IL BUON LIVELLO DEGLI ARBITRI
Marcello Nicchi è attualmente a capo dell'Associazione Italiana Arbitri. Di conseguenza il suo punto di vista riveste un'importanza fondamentale. Perchè poi alla fine, se gli arbitri non hanno facoltà di parlare (e se anche così fosse, chissà quanti ammetterebbero eventuali errori...) sono soprattutto i suoi pareri a rappresentare le prese di posizione delle giacchette nere. Ebbene, da ieri, sappiamo grazie all'illuminato parere del Dott. Nicchi, che quella di De Marco in Fiorentina-Cagliari è stata una direzione di gara "di buon livello".
Ne prendiamo atto, ma evidentemente in modo colpevole. Perchè al di là di un rigore che pare non essere mai esistito (e che a noi sembrava solare) tante altre direzioni di gara ci erano parse completamente sballate, salvo poi ascoltare lo stesso Nicchi, o il designatore Braschi, che assolvevano pienamente i vari Tagliavento, Mazzoleni e compagnia. Non secoli fa, ma storia di tre mesi fa per intendersi. Ne prendiamo atto, dicevamo, e prendiamo atto che, allora, da parte nostra abbiamo serie difficoltà a valutare le prestazioni degli arbitri.
Figurarsi che a nostro giudizio, quella di domenica. è stata una prestazione assai mediocre di De Marco. Mai incisivo nel fermare gli interventi particolarmente decisi dei cagliaritani sui viola (anche a gioco fermo) e al contrario particolarmente severo nell'ammonire Rodriguez per un fallo avviato da Ibarbo. Così, giusto per citare il primo esempio che torna alla mente. Quasi come a informare subito il difensore argentino che non era il caso di proseguire in determinate entrare. Anzi, allargando il discorso avremmo persino la sensazione che qualche ora prima, a Torino, l'arbitro Massa l'avesse combinata grossa. Avviando un'azione nella quale ha poi concesso un rigore al Milan nel recupero (riborda...) con Larrondo a terra e tutta la panchina granata a sgolarsi per una sostituzione.
Forse sulla diversa reazione che può scatenare un "c...o" di Pizarro rispetto ad altre maglie potenti, beh forse su quello un'idea ce l'eravamo già fatta da tempo. E non solo osservando il calcio. Che in questo splendido paese sia un'usanza quella di essere forti con i deboli e deboli con i forti è dato appurato. In ogni ambito, in ogni angolo della vita privata e pubblica. Se nei costumi normali, infondo, le cose vanno soprattutto così, perchè nel calcio dovrebbero andare diversamente? Eppure, scleri di Pizarro e permalosismi assortiti (o trattenuti quando è il potente a offendere) a parte, sul "buon livello" arbitrale già difeso a spada tratta un anno fa, a tutt'oggi restiamo indenticamente sorpresi.
Non siamo perciò in grado di valutare le prove degli arbitri, è evidente. Ed è fondamentalmente per questo motivo che non ci stupiremo più di tanto se De Marco non sarà fermato, visto il suo "buon livello" di arbitraggio, espressione del valore di un'intera categoria arbitrale. Per la quale sono sempre pronti a garantire il presidente dell'AIA Nicchi e il designatore Braschi. Anche di fronte a quanto raccontato domenica pomeriggio da Vincenzo Montella.