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IL CHIODO DI COMMISSO SULLA SL E LE SUE IDEE PER FAR RINASCERE IL CALCIO

di Andrea Giannattasio

Serviva un motivo più che mai buono per interrompere un silenzio stampa che la Fiorentina sta portando avanti con coerenza da sabato scorso. Logico pensare dunque che anche i viola, dopo la presa di posizione di gran parte delle società di Serie A, volessero dire la loro al proposito del tema che più di tutti ha tenuto banco nel corso delle ultime ore nel mondo del calcio. A piantare l’ennesimo chiodo sulla bara della Super League ci ha pensato così Rocco Commisso, che ha colto l’occasione non soltanto per prendere pubblicamente le distanze (dopo averlo già fatto a tempo debito in privato) dalla maxi fronda che ha rischiato di minare il calcio italiano (“Trovo il comportamento delle nostre tre società irrispettoso: perché non mi hanno detto nulla? Mi deve essere data la certezza che cose così non accadano più”) ma anche per dare dei consigli molto importanti su come migliorare dalle fondamenta un movimento che negli ultimi anni è andato in estrema sofferenza e che - a causa del Covid - è stato messo definitivamente in ginocchio.

Due in particolare sono stati gli argomenti (più che condivisibili) sui quali il numero uno della Fiorentina ha messo a disposizione la sua esperienza dopo anni di investimenti, non solo nel mondo delle comunicazioni (dove gli affari vanno a gonfie vele, visto che Mediacom ha da novantatré trimestri gli utili in crescita) ma anche in quello ben più complicato del calcio: il primo è stato la proposta anche in Italia di una “Salary Cap”, ovvero un sistema utilizzato negli Stati Uniti per regolamentare il giro di soldi nelle leghe sportive che decreta qual è l'ammontare di denaro totale che ogni franchigia può pagare per gli stipendi dei propri giocatori. L’altro (sul quale la Fiorentina ha sempre scelto di agire con assoluta trasparenza - LEGGI QUI) è quello legato alla diminuzione di compensi che spettano oggigiorno ai procuratori, che aumentano e non poco il divario tra piccole e grandi società e rendono spesso impraticabili le strade che portano ai rinnovi di contratto dei giocatori più richiesti (il vero nodo su Vlahovic potrebbe anche questo). 

Due concetti chiari sui quali evidentemente Fifa e Uefa dovranno lavorare prendendo spunto da un investitore come Commisso, che dal suo arrivo in Italia ha messo a disposizione della Fiorentina oltre 300 milioni e, con lo scoppio della pandemia, ha sostenuto la stabilità del club viola grazie alle proprie immissioni di denaro e la forza di Mediacom, non rinunciando nel contempo a investire. Ecco perché l’auspicio finale (“Ai tifosi dico che hanno un presidente che combatterà per loro, per avere un calcio come lo vivevo io da bambino”) deve fare ben sperare. Con la lotta salvezza alle spalle e le idee chiare, possono aprirsi orizzonti più che mai positivi.