IL COLPO RIMANDATO
Regolamento alla mano, la Fiorentina non aveva grosse alternative. E ieri nel compilare la lista Uefa (che potrà essere in ogni caso modificata nel mese di febbraio, al termine della sessione invernale di calciomercato) ha deciso di escludere dalla rosa che parteciperà all’Europa League tre dei suoi nuovi acquisti estivi, ovvero Kevin Diks, Hernan Toledo e Ianis Hagi. Tre giovani che al momento rappresentano la terza scelta di Paulo Sousa all’interno della propria rosa e che, gioco forza, sono stati esclusi dal gruppo che già tra due settimane affronterà il primo impegno internazionale contro il Paok Salonicco. Nessuna polemica, dunque, e nel complesso nemmeno più di tanto stupore. Anche se è altamente probabile che le scelte del tecnico portoghese non siano state prese poi così bene dai diretti interessati. Non tanto da Hagi (ancora particolarmente acerbo) o da Diks (per tanti ancora un perfetto sconosciuto) quanto da Hernan Toledo, giocatore che ogni esperto di mercato considera un potenziale crack ed arrivato a Firenze con le stimmate non della “scommessa” ma del vero e proprio “colpo”, così come lo aveva definito Andrea Della Valle nel ritiro di Moena.
L’argentino infatti - secondo quanto ricostruito da Firenzeviola.it - ha incassato con delusione (se pur in silenzio) la decisione di Paulo Sousa ma già nella giornata di oggi - quando è tornato ad allenarsi assieme ai propri compagni - non ha voluto chiedere spiegazioni al mister viola, seguendo esattamente quelli che sono stati i consigli arrivatigli all’orecchio direttamente dal proprio entourage, che nonostante questo primo smacco dell’avventura fiorentina non è per niente intenzionato a polemizzare sulle scelte di Sousa. Toledo del resto sa perfettamente di essere ancora indietro nella preparazione rispetto ai propri compagni (specie quelli della “vecchia guardia”) ma è fortemente convinto (così come lo ha spronato il suo manager) di poter diventare al più presto un titolare della Fiorentina, sia per il suo potenziale sia per la propria duttilità tattica. Niente polemica, dunque: da adesso conta solo tanto lavoro a testa bassa. Perché per scalare le gerarchie nella testa di Sousa e guadagnarsi la fiducia serve principalmente questo.