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IL COMMENTO: DELUSI MA UNITI, C'È UNA STAGIONE DA SALVARE

di Enzo Bucchioni

Ma quando lo ritrovi un arbitro che ti fischia due rigori contro la Juve? E’ questo l’interrogativo che ruota attorno all’ennesima grande delusione. Già, quando lo ritrovi? Purtroppo, non sono bastati neppure quelli e una prestazione tutto sommato discreta per fare risultato a Torino.

E così, con questa, sono quattro le sconfitte consecutive in campionato, un piccolo record negativo. E con questi fanno cinque i rigori sbagliati su sei tirati, una roba incredibile. I numeri fanno impressione e la classifica pure, a cinque giornate dalla fine la Fiorentina si ritrova fuori dalla zona Europa League, risucchiata dal Genoa, braccata dal Torino e dall’Inter.

Un mese senza fare neppure un punto, sta sgretolando tutte le certezze e una stagione fino a quaranta giorni fa trionfale rischia di essere un autentico flop. Che fare?

Farsi tentare dai processi e dalle accuse, dalle recriminazioni e dalla ricerca di un colpevole in una situazione sicuramente sfuggita di mano nella semifinale di ritorno della coppa Italia e in campionato, sarebbe un errore imperdonabile e una assoluta ingenuità. Ci sarà tempo e modo, eventualmente di chiedere spiegazioni e di pretendere miglioramenti: non ora.

Questa Fiorentina immatura e sprecona dell’ultimo mese, questa squadra che ha perso d’improvviso le energie nervose, ci piace poco e non lo nascondiamo, non ci aspettavamo un crollo così verticale, ma ieri sera pur nel dramma dell’ennesima sconfitta abbiamo comunque visto riaffiorare qualcosa di buono, la personalità e la voglia soprattutto.

E allora non resta che una strada stretta ma obbligata, chi vuole il bene della Fiorentina deve cercare di stare ancora una volta vicino a questa squadra e a questo allenatore. Se possibile più di prima. Oggi è fondamentale non farsi prendere dallo scoramento e dalla delusione, manca un mese alla fine della stagione e in questo mese la Fiorentina, ma anche l’intera tifoseria devono fare un ultimo sforzo, devono remare tutti assieme per risalire la corrente.

In campionato è dura, ma il calendario resta favorevole. E poi c’è quel sogno da realizzare che si chiama Europa League. Tutto è ancora possibile e allora chiediamo alla squadra di provare a resistere e rilanciare, i valori tecnici, atletici e morali non possono essere svaniti.

Ma questi ragazzi devono sentire attorno il calore e la fiducia della tifoseria e della città. Se loro ci credono dobbiamo crederci tutti, nessuno è autorizzato a mollare proprio ora. Facciamo nostra una frase storica: quando il gioco si fa duro, sono i duri che devono giocare.

Siamo curiosi anche noi di vedere di che pasta è fatta questa squadra, se è quella inconcludente degli ultimi tempi o quella straordinaria vista a Londra, a Roma o allo Juventus Stadium all’inizio di marzo.

Personalmente siamo convinti di non aver sbagliato a fidarci di questo gruppo e allora proviamo a buttarci dietro le delusioni nella speranza che gli errori fatti anche ieri sera (sempre i soliti) riescano finalmente a far riflettere e dare nuova forza a tutti.

Contro la Juventus non era certo una gara da vincere. Nella nostra tabella a otto domeniche dalla fine, avevamo messo le vittorie con il Verona e con il Cagliari, la partita di Torino l’avevamo considerata al di sopra del bene e del male, se le cose fossero andate come avrebbero dovuto, sarebbe stata una gara ininfluente per la classifica. E invece i due ko in casa sono diventati ancora più pesanti alla luce di quello che è successo ieri sera.

Di cattivo abbiamo visto la condizione di alcuni difensori come Savic e Basanta che erano stati due baluardi. I gol sono venuti da errori di posizionamento e di indecisione in due colpi di testa di Llorente e Tevez dentro l’area. Il terzo gol è l’ennesimo errore, l’ennesimo contropiede subito negli spazi troppo larghi lasciati dai centrocampisti e dall’ingenuità di Gonzalo e Savic. Scene già viste.

Un altro episodio  negativo è il rigore fallito. Non si può. Le grandi squadre da certe situazioni trovano la forza per ribaltare le partite. Sul possibile due a due la Juventus avrebbe sicuramente accusato, la Fiorentina avrebbe tratto nuove energie. Tutto sprecato. Gonzalo è il rigorista, ci ha detto Montella. Potremmo anche perdonarlo, il primo penalty l’ha segnato. Può capitare, ma forse il secondo rigore era più giusto farlo tirare a un altro giocatore. Senno di poi? Di sicuro la partita la Fiorentina l’ha persa per questi episodi e sbagliare cinque rigori su sei è una colpa pesantissima. Sono costati una decina di punti.

Sul piano del gioco, invece, abbiamo rivisto un buon giro palla, un buon possesso, una migliore velocità. Con il 3-5-2 è più facile presidiare il centrocampo. Salah è tornato vivo, forse avrebbe bisogno di un altro giocatore veloce al suo fianco e non paracarro-Gomez che anche ieri sera ha fatto un compitino troppo facile per uno come lui. Ma tutto sommato il livello di gioco della Juve e quello della Fiorentina si sono equivalsi. E anche la voglia di recuperare la partita fino alla fine non è stata male.

Ci buttiamo dietro le spalle gli errori sui quali deve riflettere Montella con la squadra (poca concentrazione?), mentre ci aggrappiamo a quello che di buono si è intravisto. E’ un nuovo inizio? Speriamo.

Mancano cinque giornate alla fine e l’obiettivo deve essere quello  di fare quindici punti, tre già domenica con il Cesena. Nel mezzo c’è l’Europa League e qui non aggiungiamo altro. Se nello spogliatoio questo gruppo, forse inconsciamente, ha fissato quell’obiettivo, lasciamolo fare. La forza dentro aiuta, la qualità tecnica c’è. Noi siamo solo in attesa di conferme e di ritorni, pronti a raccontare un altro mese viola. Il mese delle grandi verità. Per tutti.

Twitter:@EnzoBucchioni

www.TheBuccNotes.it
Editorialista QS Quotidiano Sportivo