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IL COMMENTO, Guanti d'oro e tiri mancini

di Matteo Magrini
Il sabato pallonaro cominciato nel segno del silenzio e del rispetto per le vittime del tragico sisma in Abruzzo termina con urla e scene da saloon. Cronaca di un pomeriggio di calcio finito a calci, nel tunnel del Franchi e questo, sinceramente, dispiace. Nel mezzo una partita che la Fiorentina, nonostante un Cagliari mai domo ed una serie agghiacciante di pericoli, è riuscita a vincere portando a casa tre punti dal peso capitale. A Roma infatti i giallorossi son crollati sotto i pesanti colpi dei cugini laziali, gettando la spugna, forse, nella corsa al quarto posto.
 
 
Guardando i viola in campo ieri sembrava di studiare un'altimetria di un tappone dolomitico del Giro d'Italia. Picchi di bel gioco, veloce e ragionato alternati a attimi di panico collettivo, di preoccupante piattume, nei quali solo i guanti d'oro di San Sebastien Frey hanno tenuto a galla la truppa di Prandelli. E' stata, in certo senso, una partita manifesto della stagione viola, costellata di difficoltà e, in qualche caso, di contraddizioni.
 
 
La Fiorentina ha preso da subito la partita in mano, pur non entusiasmando per brillantezza e fluidità di manovra. Si sono intravisti comunque, a tratti, i segnali lanciati dalla trasferta in terra bergamasca. Una Viola ordinata, unita e decisa nella ricerca del goal. Goal che è arrivato ad inizio secondo tempo, quando uno splendido e sempre più padrone del palco verde Jovetic ha recapitato sul sinistro di Pasqual il pallone che il terzino ha scaraventato in rete.
 
 
Da quel momento i ragazzi di Prandelli, in vantaggio non solo nel punteggio ma anche negli uomini, hanno preso a tremare come foglie al vento. Appoggi sbagliati e difesa liquida come gelato al sole. Ci sono voluti tre capolavori di Frey per tenere in piedi i viola che, in contropiede, hanno poi raddoppiato con un altro mancino, Vargas. Quindi il goal del Cagliari, il triplice fischio e tanti saluti alla sofferenza.
 
 
Bene così, anche se in serata un Genoa spaventoso per ritmo e determinazione ha calpestato una Juve comunque battagliera. La Fiorentina è in ripresa, su questo non c'è ombra di dubbio, e continuano a suonare campanelli di ottimismo. Pasqual che vince il ballottaggio con Vargas e, quando se non alla vigilia di Pasqua, segna il suo primo goal stagionale. Il peruviano che entra, si sistema davanti al compagno e sigilla i tre punti con la prima gioia all'ombra della torre di Maratona. Ma anche, e soprattutto, squilla Stevan Jovetic. Sempre più dentro questa Viola, sempre più decisivo. Ora una domenica di riposo. E' Pasqua, e dall'uovo di cuoio rotolante sul prato del Franchi sono usciti i soliti, immensi guanti d'oro di Frey e due micidiali tiri mancini. Mancano sette finali, e a correre sono rimasti in due: Fiorentina e Genoa. Che vinca il migliore, sperando che sia viola.