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IL COMMENTO TECNICO: 2015 DA RECORD. ORA I RINFORZI PER INSEGUIRE LA CHAMPIONS

di Enzo Bucchioni

Questa Fiorentina sa giocare, ma ha soprattutto un grande carattere: l’ultima conferma arriva dalla vittoria sul Chievo. Una partita scivolosissima, dopo la sconfitta con la Juve e l’eliminazione dalla coppa Italia, prima della sosta natalizia, è stata superata di slancio grazie alla volontà, all’orgoglio e alla capacità di reagire. Tanta roba.

Chiude così un 2015 straordinario, da record, che vede la squadra viola al secondo posto in campionato dietro l’Inter, ma anche seconda nella classifica punti dell’intero anno solare alle spalle della Juventus. Le statistiche a volte sono fredde, dicono poco, queste invece raccontano di una straordinaria continuità di una squadra e di una società che stanno lavorando bene da anni, che danno continuità a quello che fanno e cercano sempre di migliorare e di migliorarsi.

Per molti sembra tutto scontato, per altri è normale, tanti pretendono sempre di più, ma è necessario ricordare a questi signori dalla lingua facile e spesso biforcuta, che essere lassù, in cima alle classifiche è qualcosa di assolutamente straordinario, frutto di un grande lavoro da parte di tutte le componenti della società che consentono a una squadra al sesto-settimo posto come fatturato, di stare da anni ben al di sopra del valore economico, ma anche tecnico.

A volte sento parlare di miracolo, una parola che non mi piace. Il miracolo è qualcosa che avviene per caso, per un intervento sovrannaturale, chiamasi Dio o fortuna, è qualcosa di occasionale, mai durevole. Quello che sta facendo la Fiorentina non è un miracolo, ma il frutto della programmazione, delle scelte degli uomini, delle idee e delle attenzione ai particolari. Essere davanti a squadre come Juventus, Roma e Milan che fatturano tre volte tanto è un orgoglio della società, ma deve essere un orgoglio anche per la tifoseria che come la società sta facendo grandi cose, al di sopra della normalità, per accompagnare la crescita della loro squadra. Non è un caso se il Franchi sia da sempre uno degli stadi con il maggior numero di presenze in campionato. Un altro segnale di una ritrovata armonia e della straordinaria potenzialità della società e della città che se accompagnate potranno dare ancora più grandi soddisfazioni. E qui torniamo al calcio giocato.

Contro il Chievo non era facile perché la Fiorentina nelle ultime gare era chiaramente apparsa in debito di energie per me nervose più che fisiche. Il motore viola stava girando a ritmo più basso, contro il Carpi abbiamo avuto la sensazione che la benzina fosse finita. E forse è vero.

Per superare l’ultimo ostacolo dell’anno i giocatori e l’allenatore si sono guardati in faccia, hanno raschiato il barile, e colpito comunque il bersaglio. Era importante restare al secondo posto, saldamente nel gruppetto delle cinque squadre che si giocheranno scudetto, champions ed Europa League.

La prestazione è stata di buon livello nel primo tempo, saper chiudere le partite, non accontentarsi dell’uno a zero è sintomo di maturità. Nella ripresa c’è stata l’intelligenza per controllare, abbassare i ritmi, soffrire, ma non troppo.

Tra i giocatori, alcuni palesemente stanchi, ci ha fatto un’altra grande impressione Bernardeschi. Ha giocato un primo tempo di altissimo livello, alternando corsa e fisicità, a dribbling e assist, ha fatto ancora una volta vedere che la sua strada sembra segnata. Non voglio dire che sta nascendo un campione o forse è già nato, solo per scaramanzia, ma questo ragazzo è il miglior prodotto del vivaio italiano e non solo viola, degli ultimi anni. Il mondo lo guarda, la Fiorentina lo coccola. Ma anche Kalinic, Ilicic, Alonso, il cuore di un Borja stremato, tutta la squadra, regalano sensazioni positive.

Proprio da queste sensazioni, da un allenatore che sta facendo grandi cose, ha commesso qualche sbaglio, ma nessuno pretende la perfezione, sa riconoscere gli errori e modifica le cose, la Fiorentina deve ripartire.

Allenatore importante, squadra matura che può crescere ancora, per me questa è una situazione che va cavalcata. Le sensazioni a volte regalano certezze, stagioni come questa, con grande livellamento tecnico, si ripetono difficilmente.

E allora arrivo al mercato. Non è il momento di guardare i conti, per quello ci sarà tempo a giugno. Un difensore importante, un esterno destro per dare il cambio a Kuba, offrire soluzioni diverse e riportare Bernardeschi più vicino alle punte, è quello che va fatto subito. A gennaio è difficile, ma investendo è possibile comunque fare buone cose.

Non basta. Va chiarita subito la posizione di Mario Suarez e il futuro di Rossi. Sia l’uno che l’altro dovrebbero andare a giocare, in questo caso saranno necessari altri due giocatori in quei ruoli.

Per me queste sono investimenti e non spese, con gli interventi opportuni sarà più facile restare in alto, essere pronti per sfruttare tutte le occasioni e conquistare quel posto in Champions che porterebbe la Fiorentina stabilmente anche fra le grandi d’Europa e lottare per lo scudetto se ci saranno le condizioni giuste. Non stiamo sognando, semplicemente stiamo analizzando un ottimo lavoro pronto per diventare un grande lavoro