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IL COMMENTO TECNICO: BRUTTO KO, JUVE TROPPO FORTE. UNA NOTTE DA DIMENTICARE SUBITO

di Enzo Bucchioni

La famosa paura che ti prende e ti paralizza quando sei vicino a vincere una sfida importante nel tennis la chiamano la sindrome del e lo sappiamo bene. Per sintetizzare è un po’ quello che è successo ieri sera a una strana Fiorentina, completamente diversa da quella vista sabato dominare la Samp, e da quella delle ultime settimane con ben altra personalità.

Fa rabbia perdere una partita come questa dopo aver gettato basi importanti con una grande impresa in trasferta allo Juventus Stadium un mese fa, dopo essere andati a vincere in uno stadio dove non vince quasi mai nessuno.

Forse neppure i bianconeri pensavano di poter segnare tre gol al Franchi senza subire neppure una rete da una delle squadre più forti del campionato e del momento. Nelle ultime gare a Firenze in campionato la Juve aveva perso nel famoso 4 a 2 e pareggiato zero a zero, in Europa League vinto a fatica un anno fa ed eliminato la Fiorentina, ma soltanto chiudendo sull’uno a zero. E’ questo risultato rotondo, è questa partita mai giocata dai viola che fanno pensare a un bel passo indietro e a una serata da dimenticare immediatamente.

La Fiorentina, evidentemente, non ha ancora raggiunto un grado di rendimento, di personalità e di tenuta nervosa che le consentano di sfidare tutto e tutti al massimo livello e di reggere tanti impegni consecutivi. Il divario con la Juventus sembrava in gran parte colmato e invece ieri sera la realtà si è dimostrata un’altra. Più cruda e più vera: i bianconeri sono ancora più forti mentalmente e fisicamente, hanno una diversa caratura.

I progressi della Fiorentina sono tanti ed evidenti, non si arriva per caso ad aprile in corsa fino a ieri sera su tre fronti se non giochi un calcio importante e non hai una squadra attrezzata, però c’è ancora da migliorare l’organico a centrocampo e da crescere nei momenti decisivi.

Soprattutto l’approccio alla gara non ci è piaciuto.

La Fiorentina non sa difendere benissimo, non sa essere passiva e l’aveva detto proprio Montella alla vigilia della gara. I viola non dovevano assolutamente pensare a gestire la vittoria dell’andata, ma giocare come sanno, per vincere.

L’atteggiamento in campo invece è stato ben diverso, la Fiorentina ha aspettato la Juventus troppo bassa, senza accennare il minimo pressing nell’area avversaria. Abbiamo visto Chiellini e Bonucci avanzare indisturbati, ma anche Marchisio arrivare a quaranta metri dalla porta viola senza incontrare resistenza. Questa Juve senza Pirlo, Tevez, Pogba, Buffon e Lichtsteiner, invece andava aggredita come sa fare la Fiorentina, la squadra di Allegri doveva sentire subito il peso della classe e del possesso palla viola. La personalità della Viola. Stare bassi e passivi, timidi, è stato un messaggio di incertezza e paura che la Juve ha colto bene. Tra l’altro come ha giocato la Fiorentina può giocare una squadra che sa difendersi, non certamente i viola. Ammesso e non concesso che la scelta fosse stata questa, allora doveva andare in campo un’altra formazione, con un altro modulo tattico.

Il 3-5-2 con un centrocampo molto tecnico (Aquilani, Mati e Borja), più Joaquin e davanti Gomez e Salah, sei giocatori più portati a costruire e attaccare più che a difendere, giocato senza intensità, è stato un invito a provarci che la Juventus ha colto immediatamente.

Il primo gol di Matri venuto da una palla persa a centrocampo, è stata una mazzata anche psicologica. La Fiorentina non è stata in grado di reagire, sempre messa sotto dalla forza fisica, dalla rabbia agonistica e dalla voglia della Juventus. L’assenza di Badelj, o comunque di un giocatore più fisico, più muscolare, in mezzo al campo si è fatta sentire troppo. Aquilani, Mati e Borja non possono giocare assieme se non al massimo della condizione atletica e s’era già capito: oggi nessuno dei tre sta benissimo. Serviva un Kurtic o un modulo diverso, anche quel 4-4-2 che copre meglio gli spazi giocato nella ripresa. L’assenza di Pizarro, un regista vero, ha fatto il resto.

Il naufragio è cominciato proprio in mezzo al campo, il resto l’ha fatto la Juventus squadra tosta, preparatissima su tutto, con un allenatore che ieri sera ha dimostrato di essere superiore a Montella nella preparazione e nella gestione della gara. Non ha sbagliato niente, compresa la gabbia attorno a Salah. All’egiziano la Juve ha concesso solo un’azione delle sue, poi ha trovato sempre due-tre uomini a turno sulle sue tracce. Anche i cambi viola sono stati tardivi, questo Diamanti in gran forma forse doveva entrare nell’intervallo visto Joaquin con il fiato cortissimo. Forse sarebbe cambiato poco, la Juve resta lontana per le ragioni già dette, comunque era logico provarci.

La Fiorentina nel suo processo di crescita deve imparare a gestire anche partite come questa e non  buttarle via. Il grandissimo risultato dell’andata doveva ispirare scelte più decise. E quando per tante ragioni la Fiorentina non sa esprimere il suo gioco brillante, deve comunque imparare a stare in campo in modo più pratico, magari con un attaccante in meno, un difensore o un centrocampista in più.

A volte quest’anno l’ha fatto, c’è riuscita, ieri sera proprio no. Peccato.

Cancellata l’amarezza resta comunque una squadra che ha fatto godere, sognare e regalato grandissime vittorie e grandissime prestazioni. Questa sconfitta e questa eliminazione non devono far dimenticare tutto il resto e soprattutto il fatto che fra una settimana ci sarà un’altra sfida importante a Kiev che può spalancare le porte della semifinale di Europa League e domenica la trasferta di Napoli dovrà far capire quanto la Champions League può ancora essere a portata di mano.

Persa la coppa Italia, c’è ancora una stagione da chiudere con due obiettivi importanti da centrare. Voltare pagina subito, mettersi alle spalle questa brutta sconfitta e ritrovare la vera Fiorentina è quello che deve succedere e succederà.

Per chiudere, e non deve essere una giustificazione perché la Juventus è stata più forte, nelle sere sbagliate c’è anche l’arbitro sbagliato. E gli episodi tutti a sfavore. Il gol annullato a Salah per una spinta a Padoin molti arbitri l’avrebbero concesso, il contatto c’è, ma scontri fisici del genere sono il calcio. Il gol di Gonzalo per molti è buono, anche per il moviolista principe di RadioRai Filippo Grassia. Insomma non ne è girata una nel modo giusto e s’è visto.

Twitter @EnzoBucchioni