IL COMMENTO TECNICO DI ENZO BUCCHIONI: IL CAMBIO DI GOMEZ E UN JC11 CON POCA TESTA
L’ennesimo pareggio casalingo deve per forza far rima con delusione. Una delusione educata e composta, visto che è Natale. Delusi soprattutto perché la vittoria avrebbe portato la Fiorentina a un solo punto dal Napoli e dal Genoa, quindi dal terzo posto (aspettando la Lazio), con un calendario favorevolissimo nelle prossime tre gare, alla ripresa del campionato. E questo è il rammarico più grande, abbiamo addosso la sgradevole sensazione di un’occasione buttata via. Peccato. Ma non è tutto.
E’ vero che l’Empoli rappresenta una delle più belle realtà del nostro campionato, squadra organizzata, attenta, motivata, ma sono cose che sapevamo. E si sapeva pure che il difensore Tonelli è uno specialista di testa sulle palle inattive. Prendere gol proprio da lui (il quarto) è veramente da polli. Una leggerezza inaccettabile a certi livelli. Non lo ricordavano? Non hanno studiato le contromisure? Ci rifiutiamo di crederlo. Amnesia pura.
Sono questi i particolari sui quali Montella dovrà lavorare. E’ la gestione della partita e del vantaggio in particolare, che spesso non è convincente. Le gare vanno chiuse, è quasi una parola d’ordine. Sicuramente una regola che una grande squadra deve conoscere e rispettare sempre.
Peccato perché la Fiorentina ha giocato bene per gran parte della partita, spigliata, sicura, con buone trame, ha avuto altre occasioni, ha trovato davanti un grande portiere miracoloso su Cuadrado e Gomez, ha preso un palo, ci poteva stare un rigore (non quello del primo tempo), ma certi discorsi li abbiamo già fatti. Serve più concretezza e cinismo. Serve anche cambiare tatticamente la partita e qualche uomo prima (come ha fatto Sarri) e qui ci rivolgiamo all’allenatore.
Ha fatto bene a dare una chance a Vargas (grande gol) che ha tiro e piede migliore di Alonso, ma non ha la sua corsa e il suo fiato . Ha fatto bene anche a confermare la squadra che nell’ultimo mese ha mantenuto una forte identità recuperando punti importanti, ci sono però delle situazioni da valutare con più attenzione.
Questa formula (3-5-1-1) da un grandissimo equilibrio (in pratica sei centrocampisti), ma forse in casa avrebbe bisogno di qualche correttivo offensivo per sveltire la manovra negli ultimi metri. Non siamo poi convinti che Cuadrado (tiene troppo la palla) sia l’uomo giusto per dialogare con Gomez. Lo preferiamo sulla fascia: perché poi, comunque, anche a partita in corso non ha mai invertito la posizione con Joaquin?
Siamo sinceri, all’inizio ripresa anche prima del pareggio dell’Empoli avremmo visto bene in campo Marko Marin (dov’è?) al posto di Joaquin con Cuadrado sulla destra, per dare più fantasia e una spalla a Gomez che, poveretto, ha bisogno di fiducia, ma anche di essere servito con tempi di gioco diversi.
Aspettiamo sereni, un giorno lo vedremo, intanto però la mossa finale El Hamdaoui ci è sembrata più scaramantica (segnerà ancora?) che logica. E qui siamo al tedescone. Noi non l’avremmo mai tolto, anche per una questione psicologica. Ha trovato un paio di colpi di testa da Gomez-Gomez, è vero che sembra ancora impacciato, ma ormai va solo accompagnato nel recupero e nella (speriamo) ripartenza. Non c’è altra strada.
Però è anche logico interrogarsi fino a quando potrà andare avanti questa storia e se la manovra offensiva della Fiorentina favorisce o no le sue caratteristiche tecniche e i suoi movimenti.
Ora chiamiamo in causa Cuadrado. Lo vorremmo vedere meno con il sedere per terra e più con la testa in campo. Il suo "meraviglioso" 2014 è finito, se a giugno vuole sperare in una maxi-offerta per lasciare Firenze, non è questa la strada. Fumo e arrosto devono andare di pari passo come una volta, la sensazione è che si stia specchiando troppo ed ecceda sempre con un dribbling in più. Il calcio si gioca in rapidità, se possibile di prima, quando ha saltato un uomo calci o la passi. Si metta al servizio della squadra come un tempo. Ricordateglielo.
Siamo troppo esigenti? Forse. Il problema è che a questa squadra sembra sempre mancare un verso, come a certi poeti. Siamo comunque anche soddisfatti per tante altre cose belle e tante idee e progetti viola nel cassetto e non solo. Il 2014 che si chiude è positivissimo. Ricordiamo la finale di coppa Italia, erano anni che la Fiorentina non giocava per un trofeo. Non importa come è andata, c’era. L’Europa League sempre da protagonista, in campionato sempre a lottare per il terzo posto. Manca quel verso, ma presto arriverà. Auguri a tutti.
Enzo Bucchioni