IL COMMENTO TECNICO: GRUPPO EROICO CON CARATTERE DI FERRO E UN GRANDE SALAH
Scrivo esausto, sfinito da un quarto d’ora di adrenalina allo stato puro e di emozioni intense che mi hanno riportato con la memoria alle imprese più grandi ed eroiche del nostro calcio. Alle barricate della Nazionale o della stessa Inter di Herrera in coppa campioni di qualche decennio fa. E la Fiorentina è stata eroica. Mitica. Resistere in nove contro undici, senza mezza difesa, a San Siro contro l’Inter, è qualcosa che va oltre ogni capacità umana e calcistica, qualcosa di epico che significa molto di più dei tre punti. Ora lo possiamo gridare: la Fiorentina è davvero un grande gruppo. Ha carattere, cuore, determinazione, è capace di lottare e di sacrificarsi, ha trovato tutte quelle qualità che le mancavano per trasformare una bella squadra, capace di giocare bene al calcio, in una grande squadra capace di qualsiasi impresa.
E sì perché il calcio non è mai solo una o l’altra cosa, non è mai solo spettacolo e tecnica, come non può essere solo determinazione, agonismo e fisicità. Il calcio è un cocktail magico con tanti ingredienti e ora la Fiorentina gli ingredienti ce li ha tutti. Sono sicuro che un’impresa come questa aumenterà ancora di più l’autostima, cementerà il gruppo, farà capire che questa squadra può essere in grado di centrare qualsiasi obiettivo.
Qualcuno poi ci spiegherà cosa è successo negli ultimi due mesi che ha trasformato Montella e gli ha consentito di crescere e fare quel salto di qualità atteso da mesi e a questi giocatori di completare un percorso lasciato in sospeso per tutto l’autunno. Con l’eliminazione del Tottenham e la vittoria sull’Inter venuta come è venuta, la Fiorentina ora può affrontare i prossimi impegni, Juve, Lazio, Roma o Milan che siano, mostrando i muscoli, guardando tutti negli occhi: ora sono gli altri ad avere paura. E al merito di chi va in campo non possiamo ora non sottolineare la carica di Andrea Della Valle che anche ieri sera era a soffrire sugli spalti, i meriti di Cognigni che con l’affare Cuadrado ha cambiato la storia della stagione e la sapienza tecnica di Pradè e Macia che questa squadra hanno voluto e costruito pezzo dopo pezzo.
Fino a qui non abbiamo volutamente parlato dei singoli giocatori (ma lo faremo) perché certe imprese arrivano solo quando dentro lo spogliatoio la parola d’ordine è quella famosa dei Tre Moschettieri. Tutti per uno, uno per tutti: e non sono balle d’altri tempi. Questa è oggi la Fiorentina, un progetto e una squadra eccitante: è giusto godersela e dividere i meriti.
E se la vittoria sull’Inter è stata costruita su basi essenzialmente caratteriali, non dobbiamo comunque dimenticare che prima del gol di Salah e degli infortuni che hanno ridotto i viola in nove, c’è stata un’altra partita nella quale comunque la Fiorentina ha sfidato l’Inter a viso aperto.
Montella ha varato un altro turn over pesante, sette giocatori nuovi rispetto alla squadra partita con il Tottenham, e questo, ripetiamolo, vuol dire che si fida ciecamente di tutto il gruppo e tutto il gruppo lo segue, è pronto. Non ci possono essere Due Fiorentine entrambe competitive se dietro non c’è un grande lavoro giorno dopo giorno.
La Fiorentina ha accettato di mettere la sfida sul pressing, sull’occupazione degli spazi, ne è nato un primo tempo molto tattico, intenso, ma con poche emozioni. L’Inter non ha mai aumentato il ritmo perché aveva paura di essere infilata in contropiede. Con la difesa a quattro, Badelj al posto di Pizarro, Kurtic interno con Aquilani e davanti un tridente composto da Ilicic, Babacar e Diamanti, necessariamente sono aumentate le verticalizzazioni anche se Ilicic ha cercato di tornare molto per raccordare il gioco nei pochi spazi consentiti. L’infortunio di Babacar e l’ingresso di Salah, hanno accentuato questo modo di giocare: ancora una volta la Fiorentina ha concesso il possesso palla all’avversario. Ma ha fatto bene. Salah attacca gli spazi, è devastante e va lanciato dritto per dritto. Il gol è frutto di un’incursione di Pasqual con cross respinto male da Handanovic ostacolato da Ilicic e di una ribattuta dell’egiziano freddo come il marmo nel vedere la porta.
L’Inter ha reagito, ma la capacità di difendere con ordine e di soffrire della Fiorentina, con un grande Neto in un paio di occasioni, e la capacità di contrattaccare dei viola, hanno impedito ai nerazzurri di prendere campo e convinzione. Poi i guai. Montella ha sbagliato l’unica cosa della serata e poteva costare cara: ha fatto l’ultima sostituzione senza accorgersi che Tomovic aveva preso un brutto colpo in testa. Può succedere, ma non deve più succedere.
Con il difensore uscito in barella, prima la Fiorentina è rimasta in dieci e poi in nove per un infortunio muscolare a Savic. Ma sulle barricate è apparso il cuore viola grosso come una casa.
Vargas difensore centrale con Gonzalo, Kurtic terzino destro e Pasqual a sinistra hanno fatto una barriera invalicabile protetta da Badelj, Ilicic e Joaquin con Salah pronto a lanciarsi negli spazi. Qui è nata la Resistenza Viola. Qui è sbocciata l’altra Fiorentina, quella eroica che non conoscevamo. Qui è nata l’impresa che farà fare l’ultimo salto a questo gruppo: ne siamo certi, nel calcio certe cose non si spiegano, ma si percepiscono. E questa volta sono grandi percezioni.
Twitter @EnzoBucchioni