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IL COMMENTO TECNICO: LA SQUADRA NON CI CREDE PIÙ. ADV SCUOTA SOUSA E I VIOLA

di Enzo Bucchioni

La Fiorentina avrebbe meritato la vittoria e su questo siamo tutti d’accordo, ma in certi momenti non basta meritare, bisogna vincere. Così questo banale pareggio senza gol ci restituisce una squadra migliore rispetto a quella che aveva pareggiato in casa col Verona (ci voleva poco), ma è difficile scrollarsi di dosso la fastidiosa sensazione di un’occasione perduta.

Purtroppo la classifica è rimasta com’era. Neppure il pareggio tra Roma e Inter è riuscito a mettere addosso alla Fiorentina quella carica di rabbia e di voglia che sarebbe stata necessaria per provare a riprendere qualche punto alle dirette rivali per la corsa Champions. 

Ci eravamo sempre detti che il calendario sarebbe stato un alleato importante per la rimonta verso la zona Champions e invece se diventa un ostacolo insuperabile anche il Frosinone dopo il pari fra Roma e Inter, è difficile e complicato continuare a pensare positivo. Come si fa di questo passo a recuperare terreno?

L’interrogativo ora ha solo risposte vaghe, ma credere nella rimonta deve rimanere un pensiero inviolabile. Fermo. Otto giornate sono ancora tante, possono cambiare molte cose nel rendimento in negativo o positivo dei viola e delle rivali. Ora, ad esempio, ci sono quindici giorni di stop che potrebbero incidere sul rendimento di diverse squadre. Per la Fiorentina dovranno servire a ricompattare l’ambiente e la squadra, a liberare la testa e le gambe da scorie nervose e fisiche che hanno appesantito diversi giocatori (Ilicic, Kalinic e Berna su tutti) per provare il rilancio. 

Non mollare è una parola d’ordine. Crederci un obbligo. Non mi piacciono, quindi, alcune dichiarazioni sparse fatte da giocatori, ma anche da Sousa. 

Dire che è più difficile raggiungere la Roma è un’ovvietà, ma nessuno della Fiorentina deve pensarlo. Se qualcuno pensa di accontentarsi dell’Europa League e tira a campare, è necessario un intervento a gamba tesa della dirigenza e della proprietà. Adv dovrebbe far sentire il suo malumore all’allenatore e al gruppo, di questo passo si rischia di offuscare tre-quattro mesi di grande calcio. E se è vero che il difficile di oggi fa pensare all’impossibile di domani, bisogna insistere fino all’ultima giornata, vanno fatti tutti i tentativi possibili.

Certo, è difficile. Se anche la formazione più logica schierata ieri da Sousa non è riuscita a battere il Frosinone, è evidente che qualcosa continua a non funzionare. I ciociari hanno messo in campo cattiveria e ostruzionismo, in certi casi sono stati provocatori, ma non possono essere giustificazioni. 

La Fiorentina ormai da troppo tempo gioca un calcio banale e prevedibile perché si muove a velocità ridotta, mette meno intensità consentendo alle difese di chiudersi e di raddoppiare nei tempi giusti.

Sousa racconta che le tabelle atletiche sono buone, evidentemente è un problema mentale. La velocità con la quale la Fiorentina si muove e, soprattutto, muove il pallone è sensibilmente calata. I giocatori senza palla sono più statici, offrono meno soluzioni. Mancano le giocate rapide, le verticalizzazioni, ma anche gli spostamenti di Kalinic, le invenzioni di Ilicic e la forza di Berna sulla fascia. Sono molto i difetti di questa squadra, a cominciare dall’incapacità assoluta di cercare il fondo per il cross. Alonso non ha più i tempi giusti, Berna si accentra per cercare l’azione personale.

Anche le sostituzioni non hanno cambiato il corso delle cose perché ormai sono prevedibili anche le sostituzioni di Sousa. E poi Tello, Zarate o qualsiasi altro (e lo abbiamo visto) non stanno meglio dei titolarissimi. 

Forse ieri sarebbe servita un’invenzione tattica a partita in corso, il doppio centroavanti invece della coppia Tello-Zarate (in campo ne basta uno per volta). Forse Berna sarebbe stato meglio dietro Kalinic al posto di Ilicic.

Ma la sensazione vera è che certe partite la Fiorentina ormai non ha più la forza di vincerle come squadra, serve l’invenzione di un singolo o una palla inattiva e ieri non sono arrivate.

Torniamo alle otto partite da giocare. Vincerle tutte (c’è anche la Juve) potrebbe garantire un futuro serio, ma è difficile fare previsioni con quello che continuiamo a vedere. Non resta che sperare in queste due settimane di stop per ritrovare dopo Pasqua e contro Montella, la Fiorentina più vera.

Qualcuno scriverà che per Pasqua ci aspettiamo la resurrezione viola, sono pronto a scommettere chi sarà il banale a fare una considerazione o un titolo del genere, ma in fondo stavolta è vero. O torna la vera Fiorentina o questa è al massimo da Europa League.