IL COMMENTO TECNICO: SOUSA È UN GRANDE ALLENATORE. ROSSI, RIPARTE DA QUI. BERNA GIGANTESCO. ECCO COME GIOCHERÀ CON L'ATALANTA
Mi sbilancio molto e lo so, ma dopo quello che ho visto in tre mesi di lavoro, non ho più alcun dubbio: Paulo Sousa ha tutto del grande allenatore. Carisma, idee, coraggio, capacità tattiche e psicologiche, attenzione ai particolari, capacità di lavoro, grande umiltà, ma anche un forte senso del vincere, sono condensati in questo tecnico non più giovanissimo, ma nel momento migliore per sintetizzare tutte le sue esperienze in panchina e le sue conoscenze da giocatore importante.
Quello che ha fatto ieri sera contro il Belenenses è qualcosa di un livello assoluto che va oltre il risultato, le quattro reti (che in Europa sono sempre tanta roba) e la normale gestione di una partita. Paulo Sousa ha trasformato una sera banale in un evento speciale, dimostrando di gestire e avere completamente in mano un gruppo di oltre venti giocatori. Li ha messi tutti allo stesso livello, fino a trasformarli in una squadra sola, in un blocco compatto, omogeneo e motivato che segue il lavoro dell’allenatore e ci crede.
Ieri sera ho visto due attaccanti, due seconde punte di qualità, giocare da esterni di centrocampo, tornanti puri, con una dedizione e una applicazione tattica straordinarie. Sto parlando di Bernadeschi (grandissimo) e di Rebic.
Ho visto Suarez andare a fare il centrale difensivo con la naturalezza di chi l’ha sempre fatto.
Ho visto una squadra che gioca a memoria anche se rispetto alla partita con l’Inter erano rimasti soltanto in tre (Astori, Alonso e Vecino).
Ho visto il primo gol di Rossi dopo quasi due anni e l’ennesima operazione, il giocatore sta tornando anche grazie a una perfetta gestione psicologica e tecnica.
Ho visto un gruppo di giocatori che da quando lavora con Paulo Sousa è cresciuto enormemente come rendimento e come capacità tattica.
Li fa giocare tutti, li fa crescere tutti, non rimane nessuno fuori dal campo e tutti hanno motivazioni, c’è spazio perfino per Verdù .
Insomma, per molti versi, in questo inizio stagione siamo vicini alla perfezione e se a tutto questo uniamo una squadra che ottiene risultati, ha un gioco equilibrato nella fase difensiva e offensiva, ha personalità, grinta e fame di vittorie, è facile capire che il lavoro dell’allenatore è alla base di tutto quello che sta succedendo. Resta solo da verificare come Paulo Sousa affronterà i momenti difficili che sicuramente arriveranno, ma fino ad oggi la vera sorpresa di questo campionato è lui.
Ieri sera in Portogallo ha lasciato fuori Kalinic, l’eroe di San Siro. Non c’era Borja Valero, il regista di questa squadra. Mancavano anche Ilicic, Gonzalo, Badelj, Tatarusanu, Roncaglia e Kuba, tutti gli uomini di maggior qualità ed esperienza, ma nessuno se n’è accorto.
Sta succedendo quello che accade alle grandi squadre: funzionano lo stesso cambiando i giocatori. Mi piace anche il gioco, essenziale, senza fronzoli, fatto di passaggi di prima, possesso palla (quasi 80 per cento), ma anche velocissime verticalizzazioni.
Pensate a cosa sta facendo Vecino, un centrocampista completo. Baba non è ancora maturo, ma segna sempre. Suarez fatica ancora, ma sta arrivando. Alonso fa il difensore e l’esterno con una naturalezza incredibile. Astori sembra aver sempre giocato in questa squadra.
Ma quello che mi piace di più, da amante del calcio, è la capacità di interpretare in modo mobile il 3-4-2-1 di partenza che diventa 5-4-1 o 4-5-1 in fase difensiva, ma anche 3-4-3 o 2-4-4 in fase di attacco. E tutti i giocatori sanno far tutto in tutte le zone del campo o quanto meno stanno studiando per quello.
Questa squadra non so se vincerà o casa vincerà, comunque è un laboratorio calcistico di livello assoluto che grazie al lavoro, alle applicazioni e alle idee, sta colmando il gap tecnico che la separa da altre squadre.
Spero che questa situazione duri fino a maggio, anzi migliori. Non mi aspetto cali importanti o delusioni perché la guida mi sembra esperta e saggia. Sousa era già saggio in campo, a maggior ragione sono sicuro che lo è e lo sarà ancor di più in panchina. Comunque è una bella novità e la Fiorentina deve essere felice di questa scelta, non è mai facile trovare un allenatore che fa crescere il valore dei giocatori e li utilizza tutti.
L’omelette gli sta riuscendo bene e le uova le sta usando tutte, anche quelle che altri mandavano in tribuna senza degnarle di uno sguardo.
Veniamo a Rossi. Ieri mi ero sbilanciato anche con lui, ma sentivo dentro una premonizione, ero sicuro che ieri sera avrebbe segnato, che questa sarebbe stata la sua partita. Sono contento per lui e state certi non sono un veggente, era solo una voglia grande di rivedere Rossi con le braccia al cielo per celebrare il babbo in cielo. I suoi occhi pieni di lacrime per la commozione dicono più delle parole.
Ma anche qui ci voleva coraggio nel far giocare Rossi dall’inizio con Genoa e Carpi, la Fiorentina aveva un uomo al trenta per cento. Quelle partite e il gol di ieri sera hanno dato a Rossi nuove energie e nuova volontà per colmare quel 30-40 per cento che gli manca per tornare a essere il vero Pepito. Ma questi piccoli-grandi passi sono fondamentali e il gruppo è tutto con lui.
Insomma, un momento d’oro dentro e fuori dal campo. Chi l’avrebbe detto? Noi…ma il tasto non lo vogliamo più toccare. Speriamo che la lezione sia servita.
Domenica arriva l’Atalanta. Come anticipato, ci saranno al 99,9 per cento entrambi i fratelli Della Valle in partenza per le sfilate di Parigi. Si aspettano un’altra grande partita e noi con loro.
Visto che ieri ho sbagliato solo un nome della formazione (Rebic in campo e non Kuba), visto che è un giochino divertente, ci riprovo. Secondo me domenica giocheranno Tatarusanu, Roncaglia, Gonzalo. Astori; Kuba, Vecino, Badelj, Bernardeschi; Borja, Ilicic; Kalinic. Mancano tre giorni, può ancora cambiare tutto, ma se non cambia…