IL COMMENTO TECNICO: SOUSA, ORA CAMBIA QUALCOSA. PERCHÉ ZÁRATE? TROPPI IN CALO
Il difensore serve di sicuro, manca ancora e speriamo che arrivi prima delle undici di domani sera, ma quando si pareggia zero a zero, il problema non è avere o non avere Mammana Ebe o qualche altro.
Parlando troppo di questo ennesimo insuccesso di mercato (anche se la Fiorentina ha ragione e quelli del River fanno i furbi, il fallimento è evidente), si rischia di perdere di vista la classifica che sta scivolando, il momento difficile e una squadra in calo atletico da almeno un mese. Che succede?
Me lo sono chiesto più volte ieri guardando una Fiorentina che fatica a fare quello che fino a poche settimane fa sembrava spontaneo, naturale. E, soprattutto, ha perso intensità e velocità. Un punto a Genova può essere anche un buon risultato in assoluto, ma non può esserlo per una squadra in lotta per il terzo posto e che (in teoria) potrebbe pensare ancora ad altro.
Non mi aveva fatto impazzire neppure la Fiorentina che una settimana fa aveva battuto un Torino senz’anima e senza voglia (ieri pari in casa col Verona), ma allora c’era l’emergenza a centrocampo e serviva solo vincere per ripartire. Ieri, più o meno, la solita storia. Perché?
Non voglio far processi a nessuno, non è il momento, ma delle domande vanno poste.
Una su tutte: è logico continuare a giocare con tre attaccanti, tanti giocatori offensivi e un modulo spregiudicato come il 3-4-2-1 se in troppi non sono al top della condizione?
Questa è la madre di tutti gli interrogativi. Capisco la mentalità di Sousa e mi piace, sicuramente vincente e lo dimostra il girone d’andata, ma nel nostro campionato ci sono dei momenti più complicati quando solo l’equilibrio di squadra deve ispirare le scelte.
Le difficoltà contro il Genoa, la fatica a imporre il gioco e a creare azioni efficaci, ieri sono arrivate da una costante inferiorità numerica a centrocampo. Lo avevo temuto già leggendo la formazione.
Ma come si fa a giocare con Babacar, l’Ilicic in calo di oggi e il nuovo Zarate che per la squadra non ha mai lavorato in vita sua?
Così in mezzo al campo sono rimasti spesso da soli il povero Borja (sempre giustamente bloccato) e Vecino anche lui in calo di condizione. Sulla sinistra Pasqual è stato sempre troppo basso, più un quarto difensore che un centrocampista. Sulla destra Bernardeschi si danna, ma non ha più la corsa di qualche tempo fa (normale, è al suo primo campionato) e a volte fatica nei rientri.
Solo la maggior qualità di palleggio di molti interpreti viola rispetto ai genoani, ha mascherato un disagio evidente. Le cose sono migliorate quando Sousa ha tolto due attaccanti (Zarate e Ilicic) per mettere un attaccante (Kalinic) e un centrocampista (Costa), ma non c’era più la forza per vincere, ormai il Genoa aveva conquistato autostima e convinzione nei suoi mezzi in verità scarsi.
Su un campo così difficile e contro una squadra che sa fare buon pressing e la mette sul fisico, sarebbe stato più logico giocare con il 3-5-2 che ha dato più equilibrio anche alla Juventus, figuriamoci se si deve vergognare a giocarlo la Fiorentina. Con Tino Costa davanti alla difesa, Vecino e Borja interni con Kuba a destra e Bernardeschi a sinistra se Alonso non sta bene, ci sarebbe stata più protezione e comunque con Ilicic e Baba davanti, buoni soluzioni offensive. Senza dimenticare Verdù. Ma estremizzo, in avanti si poteva perfino riproporre la coppa Baba-Bernardeschi con Kuba a destra e Pasqual o Alonso a sinistra. Stare più bassi avrebbe consentito fra l’altro di trovare più spazio per verticalizzare.
Ma anche il 4-3-3 con Baba centrale, Kuba a destra e Bernardeschi a sinistra poteva avere una logica. Tutto questo perché la Fiorentina in questo momento non ha più velocità e senza velocità è troppo prevedibile e non trova spazi.
Un capitolo a parte merita Babacar. Il lavoro di trasformazione da calciatore a giocatore (due cose diversissime) è lungo e difficile. Senza cattiveria non diventerà mai uno importante. L’occasione avuta dopo pochi minuti davanti a Perin con cross di Zarate (l’unica cosa bella) sarebbe diventata gol con qualsiasi attaccante. Higuain ne avrebbe fatti due. Ma la cattiveria non si compra (almeno per ora).
Parlando di Zarate, penso che giocatori del genere nel nostro campionato possano servire ben poco partendo dall’inizio e invece possano diventare utili con i dribbling per cambiare partite in corso e scardinare difese chiuse.
E’ un momento difficile, forse manca un po’ di lucidità in tutti. Anche il mercato con valigie dappertutto, ha indubbiamente pesato, il vistoso calo di Kalinic (normale) e l’assenza di Badelj hanno fatto il resto.
E se è vero che Napoli e Juve stanno scappando, è altrettanto vero che la Fiorentina ha ancora tutto per restare aggrappata al treno che conta. Ci sono cinque squadre in ballo per tre posti Champions, lottare fino alla fine è un obbligo e la Fiorentina ci sarà. Tello di sicuro porterà molta qualità e imprevedibilità in attacco. Costa sarà utile, di Zarate ho già detto.
Domani arriverà il difensore e di questo sono sicuro. Non posso pensare che una grande società come la Fiorentina non riesca a colmare una casella vuota da settembre. Non serve una figurina, ma un giocatore vero per mille ragioni. Una su tutte: il segnale agli avversari, alla squadra e ai tifosi che la società crede ancora in tutti i traguardi.
Di Mammana Ebe non mi importa nulla, deve arrivare un giocatore forte e con i nove milioni pronti per l’argentino il difensore buono si può trovare. Ma anche la pista Cigarini può essere riaperta nelle ultime ore se l’Atalanta prenderà un altro centrocampista. Il treno sta passando, sarebbe un delitto non provare a prenderlo.