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IL COMMENTO TECNICO: VIOLA NON RIDIMENSIONATA MA TROPPE INGENUITÀ. SERVONO RINFORZI

di Enzo Bucchioni

Una settimana da dimenticare, "tre sconfitte in otto giorni" quasi il titolo di un brutto film sulla Fiorentina, brutto soprattutto se a farti male è un vecchio nemico come Salah.

Napoli, Lech Poznan e Roma, una dietro l’altra sono troppo per una squadra che resta comunque viva, gioca intensamente e produce tante occasioni. Lasciando perdere l’Europa League che ha una storia a se e l’abbiamo già analizzata (troppo turn over), credo che dalle sconfitte in campionato contro Napoli e Roma possiamo trarre la stessa conclusione: sia Sarri che Garcia hanno giocatori più forti, un organico superiore a quello di Sousa. Ma questo non significa ridimensionare la Fiorentina che ha perso soltanto per errori individuali e banali e se l’è giocata a viso aperto, ha avuto tante occasioni per pareggiare e resta competitiva.

La consolazione è magra, lo capisco, ma il calcio non va guardato soltanto per i risultati, serve un’analisi più profonda proprio per capire se una squadra può avere futuro o sta attraversando soltanto un momento fortunato.

Io rispondo che queste due sconfitte non ridimensionano affatto la Fiorentina, quella che viene in parte ridimensionata in questo momento è la classifica. Ma nonostante tutto la squadra di Sousa resta nelle zone alte, fra quelle che se la giocheranno, io credo, fino alla fine per gli obiettivi più importanti.

Del resto Roma e Napoli sono due squadre partite per vincere lo scudetto, una missione che la Fiorentina non aveva e si è trovata tra le mani proprio per il rendimento al di sopra delle attese in queste prime nove domeniche. Gli ultimi due scontri diretti ci dicono che Napoli e Roma sono complessivamente più forti, forse più avanti e più pronte, ma la Fiorentina è soltanto un gradino sotto e alla lunga resterà competitiva.

Tornando alla gara con la Roma, le statistiche della Lega calcio raccontano che i viola hanno fatto un possesso palla del 72 per cento con dodici nitide occasioni da gol. E’ da questi  numeri che bisogna ripartire subito, a cominciare dalla trasferta di mercoledì prossimo a Verona. Sono questi numeri che raccontano di una prestazione importante e di una squadra che ci crede e gioca bene. Perché allora ha perso?

Perché la Roma, ripetiamo è più forte, ha giocato la più bella partita di questo campionato riuscendo a unire la grande qualità dei suoi giocatori con un equilibrio tattico straordinario. Purtroppo decisivo è stato il gol di Salah dopo appena sette minuti e qui dobbiamo imputare alla Fiorentina una scarsa attenzione e una assoluta ingenuità nel lasciare spazio a un giocatore che ha colpi straordinari e anche questa volta ha segnato un gran gol. Il fatto che la rete sia arrivata dalla sinistra della Fiorentina non è casuale.

Per sostituire Alonso, con grande coraggio, Sousa ha scelto Bernardeschi che ha giocato bene nel nuovo ruolo, ma non ha la fase difensiva dello spagnolo e soprattutto in avvio doveva ambientarsi. Quella disattenzione e quel gol hanno messo la partita come l’aveva preparata la Roma che scottata dalle incertezze in Champions, ha sfoderato una grandissima gara di sacrificio, ha chiuso gli spazi con attenzione assoluta, lo stesso Salah e Gervinho hanno fatto anche i terzini e pure il centravanti Dzeko ha fatto grande pressing. Difendersi con ordine e ripartire negli spazi ha consentito ai giallorossi di resistere agli attacchi viola e di piazzare un contropiede micidiale con Gervinho (Roncaglia dov’eri?) che ha di fatto ammazzato la partita.

Il merito della Fiorentina è stato quello di aver continuato a giocare e a crederci fino al 94’. Paulo Sousa è stato bravo anche a cambiare, abbiamo visto pure Vecino centrale di difesa che ci racconta del continuo processo di olandesizzazione di questo gruppo (tutti devono saper far tutto), ma la Roma ha retto con una umiltà e una concretezza fino ad oggi sconosciute. Questa è stata la partita.

La Fiorentina poteva far meglio? Di sicuro. Forse sarebbe stato più logico iniziare con minor foga per capire la partita senza offrire l’occasione determinante a Salah. Che i giallorossi fossero più forti si sapeva, che erano ferita dalla critiche per il 4 a 4 in Champions altrettanto. E poi la rabbia di Salah andava calcolata con una marcatura più feroce.

Quello però che è mancato più di tutto il resto è la freddezza sotto porta. Su dodici occasioni create, segnare soltanto un gol a tempo quasi scaduto sono un dato sul quale riflettere. Kalinic fa cose straordinarie, ma a volte arriva poco lucido sotto porta per il suo gran lavoro per la squadra. Il ritorno di Rossi, anche per spezzoni di gara, potrà dare una grande mano.

E poi ricordiamo che questa squadra non ha soluzioni all’altezza in difesa. Questa pecca (forse l’unica) rimasta dalla campagna acquisti, costringe Sousa a far giocare Bernardeschi terzino o a insistere con Tomovic o Roncaglia. Se alla destra di Gonzalo ci fosse un altro Astori la Fiorentina avrebbe di sicuro una difesa più solida. Se dietro ad Alonso ci fosse un altro giocatore con forza e gamba, forse ci sarebbe più equilibrio. La società lo sa e tornerà sul mercato a gennaio.

Comunque questa squadra sta facendo bene e non è il momento di seguire ancora una volta i profeti di sventura che non aspettavano altro che tre sconfitte in fila per riprendere i discorsi fatti in estate e ridicolizzati dalle prestazioni della Fiorentina. La Viola è sempre seconda, perdere come ha perso con Napoli e Roma ci poteva stare, il campionato ricomincia mercoledì e tutti gli obiettivi sono aperti. Almeno per me, gli altri hanno percorsi mentali negativi che non mi appartengono come non appartengono ai tifosi veri che comunque sono orgogliosi della loro squadra che dopo sedici anni è tornata da sola in testa alla classifica per un mese.