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IL DILEMMA DI PAULO

di Matteo Sestini

Essere o non essere? Forse eccessivo citare Shakespeare, o forse no. Essere una squadra vincente a prescindere da chi scende in campo, oppure fare una scelta di comodo e ammettere che per fare un solo punto contro i portoghesi del Belenenses potrebbero bastare le cosiddette ''seconde linee''? Uscire dalla Europa League questa sera sarebbe veramente una figuraccia per i viola, abituati a dominare in lungo e in largo questa competizione.

Gli scorsi anni, con Vincenzo Montella in panchina, la fase a gironi della seconda competizione europea era sempre stata una formalità. Con Paulo Sousa quest'anno, qualunque sia l'epilogo, è andata molto diversamente. E' altrettanto vero che alcuni episodi (errori arbitrali, topiche di Roncaglia e irruenza di Gonzalo) si sono rivelati decisivi, tant'è che già a Basilea la Fiorentina avrebbe avuto la possibilità di chiudere il discorso qualificazione evitando il dilemma sopracitato. Sì perché domenica sera i viola si presenteranno allo Juventus Stadium da secondi in classifica, a +5 sui rivali di sempre. Batterli, significherebbe ''dilatare'' ancora di più la graduatoria nei posti che contano, spingendo i bianconeri (e magari anche una Roma apparsa anche ieri sera in grandissima difficoltà) più verso la Europa League che non verso la Champions League.

Serviranno gli uomini migliori nella loro massima condizione, perché la Juventus è reduce da ben 5 vittorie di fila mentre Babacar, Giuseppe Rossi, Mario Suarez, Mati Fernandez & co. sembrano risorse più che sufficienti per riuscire a strappare il punto qualificazione di questa sera. Il nodo, lo scioglierà direttamente Paulo Sousa questa sera e dalle sue decisioni capiremo davvero quanto e cosa conta per i viola in questa stagione.