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IL FIL ROUGE DEL MERCATO

di Tommaso Loreto

C'è un sottile filo rosso che unisce un po' tutte le cronache di questi giorni in casa Fiorentina. Tanto più in ambito di calciomercato. E' quello dei prezzi e delle valutazioni che stoppano Corvino, il quale ha già sondato svariate piste. Quelle italiane in primis, anche per andare incontro alle nuove regolamentazioni della Federcalcio, ricevendo tuttavia risposte preoccupanti. Da Ferrari a Zappacosta, da Conti dell'Atalanta a Bianchetti del Verona fino a Giaccherini e Santon servono sempre, come minimo, cinque milioni di euro. E anche all'estero non va meglio. 

E' indubbio del resto come l'Europeo abbia di gran lunga alzato i prezzi, e lo testimoniano le valutazioni salite alle stelle per i croati Pjaca e Rog che tanto piacerebbero al d.g. viola. Nessuna alternativa a un tesoro da costruirsi dalle cessioni, unica certezza del momento insieme a quella espressa da Cognigni, dopo il c.d.a. di qualche tempo fa, che ha assicurato l'obiettivo di voler costruire comunque una Fiorentina più competitiva degli ultimi anni. 

Ed è proprio sul fronte dell'eventuale tesoretto da gestire sul mercato che Corvino si sta concentrando. Liberando Rebic e Brillante (il primo potrebbe finire a Francoforte piuttosto che a Berlino), cedendo definitivamente Basanta al Monterrey, favorendo l'addio di Bakic destinato a rimanere in Portogallo e non riscattando Fazzi e Capezzi.

A queste cessioni andranno poi aggiunte quelle di Gomez (sperando che la valutazione cresca ancora) e probabilmente di uno tra Babacar e Ilicic (per il senegalese oltre Udinese e Sassuolo c'è il mercato inglese, per lo sloveno un interesse del Borussia Dortmund).

Solo dopo queste operazioni, e al netto del portiere Dragowski e di un difensore che Corvino vorrebbe regalare a Sousa prima del ritiro di Moena (Vezo resta nome caldo, mentre dall'est le nuove idee si chiamano Douglas del Dnipro e Krejce dello Sparta Praga) sarà possibile tornare sul mercato senza farsi impressionare troppo da valutazioni stratosferiche.