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IL GIOCATTOLO SI STA ROMPENDO...

di Redazione FV

Se, come è conclamato, un buon portiere e un buon attaccante fanno una grande squadra, arriviamo alla conclusione che la Fiorentina ancora è molto lontana dal raggiungere questo traguardo. I problemi si aggiungono ai problemi e il trend di gennaio (finalmente calcisticamente finito) si mantiene negativo. A pochi giorni dalla chiusura del calciomercato, si riapre prepotentemente il capitolo portiere: continuiamo a dare fiducia a Neto, che continua ad essere insicuro e anche ieri letale o cerchiamo di ricostruire un rapporto con Viviano? La preoccupazione è che siano entrambi, purtroppo, scarsi e che forse per Emiliano entrino in mezzo anche altre considerazioni. Per come sono andare le cose, viene da pensare che a Montella piaccia decisamente meno del brasiliano.
Bella gatta da pelare, questa dei numeri uno, non prevista all’inizio del campionato ed esplosa nuovamente ieri a Catania in tutto il suo fragore. Viste le difficoltà del reparto offensivo, almeno non prenderle (e anche a bischero!) sarebbe “cosa buona e giusta”. La Viola non è stata completamente oscena, anche domenica ha preso due traverse e tirato diverse volte verso la porta avversaria, ma ha ottenuto solo un gol da parte di Migliaccio che entra nella lista dei molti marcatori…che furono! Gli attaccanti in carica continuano ad essere... scarichi e il discorso diventa ormai monotono e ripetitivo. Una domanda però mi sorge spontanea: se il nostro numero 8 non si chiamasse Jovetic, non sarebbe già finito in panchina? E’ vero che le soluzioni alternative sono poche, adesso in più c’è solo Larrondo, ma proprio per questo dovremmo impegnare questi quattro giorni per correre ai ripari.
Come è possibile che il montenegrino non riesca a ritrovare la strada della porta? Non riesce nemmeno più ad inquadrarla, visto che i rari tiri sono sempre fuori dello specchio.
Se proprio se ne vuole andare, chiediamogli almeno di impegnarsi altrimenti 30 milioni ce li scordiamo!
Il giocattolo si sta rompendo e, prima di perdere il treno europeo, è bene rimboccarsi le maniche, non guardare in faccia nessuno e ricominciare a macinare gioco e risultati. Se penso che si è parlato anche di scudetto, mi viene da piangere al solo ricordo!
A proposito di lacrime: una leggenda metropolitana dice che Aquilani, dopo la partita contro il Napoli, abbia pianto dalla delusione di non aver marcato a pochi minuti dalla fine della gara, ieri spero che lo abbia fatto piangere il Mister. Quando i romani tirano fuori la loro “spocchia”, che li fa sentire onnipotenti, risultano irritanti quanto poco furbi visto il modo col quale si è beccato il rosso. L’unica tinta di una nuova prestazione incolore.

La Signora in viola