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IL GIOCO PRIMA DI TUTTO

di Tommaso Loreto

Il gioco prima di ogni altra cosa. Il credo Montelliano ha già fatto breccia nei cuori dei tifosi viola, ma a giudicare anche dai titoli e dalle lodi piovute all'indomani del pareggio interno contro la Juventus, l'esperienza dell'aeroplanino sulla panchina viola è cominciata nel migliore dei modi. Alla faccia di un'età che non avrebbe fatto pensare a un impatto così positivo sull'ambiente fiorentino, e anche di quella mancanza congenita in attacco che da qui a gennaio è destinata a tornare spesso di moda.

Ma c'è un aspetto sul quale probabilmente lo stesso Montella è disposto a fare leva. Ed è esattamente quello del gioco, a suo modo imposto proprio dall'assenza di un riferimento centrale, e di fisico, in attacco. Senza il centravanti vecchio stampo, in altri termini, è ancora più importante per la squadra viola la ricerca del gioco e della manovra fraseggiata, tanto da prediligere spesso e volentieri la manovra corale per arrivare alla conclusione piuttosto che il lancio lungo per il "puntero" di turno.

Ecco che, allora, anche a Milano contro l'Inter la scelta di un attaccante tra Ljajic e Mati Fernadez, da affiancare a Jovetic, impone ancora una volta ai viola di passare principalmente dalla linea mediana per costruire e rendersi pericolosi. Affidandosi cioè alle geometrie di Borja Valero e Pizarro (occhio al giallo contro l'Inter per quest'ultimo) e al consueto "girare palla" che tanto sta entusiasmando Firenze e non solo. Dunque il gioco prima di tutto.

Aspettando il rientro a tempo pieno di El Hamadoui e quello di Aquilani potrebbe poi non essere così impellente ricorrere a una prima punta. Del resto le occasioni per segnare, almeno fino a oggi, non sono comunque mancate. 


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