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IL GIORNO DOPO

di Giacomo A. Galassi

E' il giorno dopo una delle sconfitte più dure della storia recente della Fiorentina. Non tanto per l'importanza della partita persa (solo poco meno di un anno fa la Fiorentina perdeva in casa 2-4 con il Borussia Monchengladabach nei sedicesimi di Europa League) quanto soprattutto per il contesto in cui è arrivata e per le cose che sono accadute a margine della partita stessa. Per spiegare il momento in casa viola, è utile seguire tre filoni.

Da una parte la dirigenza della Fiorentina che nei giorni passati aveva parlato di un'estrema difficoltà di poter migliorare la rosa e di una possibilità di puntare alla Champions già dal prossimo anno (LEGGI QUI), mostratasi incapace di dare certezze ad un ambiente caldo già di suo e costretta a scusarsi per la prestazione non all'altezza di tutta la squadra.

Dall'altra Pioli e i giocatori viola, apparsi ieri inermi davanti alle folate offensive della penultima squadra in classifica e inabili a costruire una qualsivoglia manovra ragionata contro i gialloblù del contestato Fabio Pecchia. Se alla prestazione di ieri aggiungiamo anche la brutta sconfitta di Genova della scorsa settimana va da sé che la situazione non sia delle più rosee.

Infine i tifosi, delusi fortemente dal contesto in cui la Fiorentina è stata inserita. Lottare nella parte destra della classifica non piace a nessuno, ma non è questo che fa più arrabbiare. Ciò che più imbestialisce la tifoseria viola protagonista della contestazione fuori dallo stadio ieri (LEGGI QUI) è la mediocrità in cui tutta la squadra viola, dalla dirigenza agli allenatori ai giocatori, è finita. Anche e soprattutto per questo, quella di ieri è stata una "Bloody Sunday" in salsa Fiorentina (LEGGI QUI).