IL GIUSTO PREMIO
Gonzalo Javier Prado Rodriguez, meglio noto come Gonzalo, di professione difensore della Fiorentina e, dopo sette anni... anche della Nazionale argentina. Ormai è risaputo, la sosta di campionato in Serie A resta sempre un terno al lotto per la Fiorentina, con le convocazioni dei vari Commissari tecnici in arrivo da ogni parte del mondo. Stavolta, però, se non altro ad edulcorare la pillola ci ha pensato Tata Martino, tecnico dell'Albiceleste, principale protagonista del ritorno in Nazionale dopo un lunghissimo tempo del difensore di Buenos Aires. Un'eternità era passata da quell'Argentina-Stati Uniti del giugno del 2008, ultima seppur indelebile presenza di Gonzalo con la propria rappresentativa.
Un rapporto strano, e per certi verso amaro, il suo con l'Argentina (solo 6 presenze totali), nonostante un rendimento nelle squadre di club che negli anni lo ha elevato tra i migliori interpreti nel suo ruolo. Ancor più curioso, soprattutto dal suo arrivo a Firenze in poi – in cui si è reso protagonista di un'autentica rinascita dal punto di vista tecnico – vista la totale indifferenza che prima Sabella e poi in parte Martino gli hanno riservato. Fino agli ultimi giorni, per la soddisfazione personale del giocatore, in primis, ma anche della stessa Fiorentina, che si ritrova al momento con una coppia di centrali (c'è anche Roncaglia) di una delle Nazionali più blasonate del mondo (e prima ne faceva parte anche Basanta, ndr). Una convocazione che poteva (doveva?) essere scontata in questi anni visto quanto mostrato in riva all'Arno e che finalmente arriva dopo tre anni in viola a tutto gas.
Poche, pochissime le flessioni di Gonzalo Rodriguez con la maglia gigliata, titolare inamovibile con Montella e con Sousa, unico vero indispensabile della retroguardia. A testimoniarlo sono le 131 presenze fin qui collezionate in tre campionati fra Serie A e Coppe, condite da ben 20 gol. Un bottino che non era più possibile trascurare. Ed ecco infatti arrivato il giusto premio. Oltre ovviamente alle parole di elogio dello stesso Martino, della stampa locale e dei tifosi argentini dopo la vittoria contro la Bolivia. Ma questo era quasi scontato...