IL GRANDE FREDDO E IL MURO DI COMMISSO
Uno dei nomi più inflazionati per il calciomercato in uscita della Fiorentina è sicuramente quello di Nikola Milenkovic. Questo perché il centrale serbo, in compagnia di Biraghi, Pezzella e Chiesa, è tra i giocatori che hanno il contratto in scadenza nel 2022. Entrando nel dettaglio, la sua sembra la meno prevedibile tra le varie situazioni in essere: se sul conto del numero 25 le condizioni in gioco sono chiare (con un'offerta gradita da Commisso, può partire) e gli altri due - specie Biraghi - si avvicinano a grandi passi a prolungare i rispettivi contratti, per quanto riguarda Milenkovic invece il futuro sembra più denso di nubi, senza capire però se queste siano portatrici di pioggia o meno.
Tutto ruota attorno alla figura di Rocco Commisso. Com'è ovvio che sia, aggiungerà magari qualcuno, ma in questa vicenda il ruolo del presidente viola è ancora più centrale che in altre, e per arrivare al nodo della vicenda serve ricondursi ai rapporti oggi ai minimi storici, se non inesistenti, tra l'universo Fiorentina e il super-procuratore Fali Ramadani, che tra i suoi assistiti ha appunto Milenkovic. Il Grande Freddo con Ramadani solca una linea di discontinuità rispetto al recente passato e rappresenta una delle inversioni di tendenza più potenti proposte da Commisso in questo suo anno abbondante di presidenza.
Certo, per il momento il risultato è una situazione di stallo e di incertezza sul futuro del calciatore che però, bene ricordarlo, vive il momento pensando a dare il massimo a Firenze, e con un sorriso perennemente stampato sulle labbra, come ha occasione di notare chi presidia il Centro Sportivo o butta uno sguardo sulle sue interazioni social, su tutte quelle con uno scatenato Ribery nelle scorse settimane. Insomma, da lato calciatore non sembrano esserci gli estremi per un tiro di corda immediato, e allo stesso tempo Commisso ha eretto recentemente un muro quasi invalicabile, attestando le sue richieste economiche a quasi 50 milioni di euro, nella speranza di riuscire a cambiare qualche carta in tavola e magari convincere personalmente Milenkovic a valutare le prossime mosse in direzione viola. Se ci riuscirà non è dato sapersi, ma per il momento sembrerebbe intanto essere riuscito a scacciare gli interessamenti del Milan del suo maestro Pioli, provando a tener fede alla promessa fatta a Iachini di mantenergli l'assetto difensivo titolare attuale.