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IL MERCATO, IL TESORETTO, E UNA ROSA DIFFICILE DA MIGLIORARE

di Marco Conterio

Quando si parla di 'tesoretto' in riva all'Arno non ci si riferisce a neologismi vezzeggiativi da economia italiana, gentile omaggio dell'allora Ministro Padoa Schioppa, o tanto meno al poema di Brunetto Latini. Tesoretto, che solo per puro caso fa rima con Progetto, significa Fiorentina che sarà. Gennaio come data fissata e non da destinarsi, tappa in cui i viola si rinforzeranno, parola di Pantaleo Corvino versione estate. 19 milioni? Pre (quasi) impresa Champions, a tanto ammontava la somma che i gigliati pare abbiano intenzione di spendere alla riapertura delle danze di domanda ed offerta. Ed ora? Il futuro sorride alla Fiorentina: Cittadella, si spera, con nuovi sviluppi a fine anno. Soldi anche dalla suddivisione dei diritti televisivi, a partire dalla prossima stagione. E, dita incrociate, ogni tipo di scongiuro ammesso e consentivo, la speranza di mettere in tasca anche un bel gruzzolo dall'Europa che conta.

Rinforzarsi, migliorarsi, andare a crescere. Belle parole, belle speranze, begli auspici. Come, però? Dati di fatto, classifiche, storie e presente alla mano, la certezza è che apporre tasselli decisivi a questa Fiorentina non è certo impresa semplice. Figuriamoci che il vituperato acquisto estivo di Natali è ora accolto come un ottimo innesto low cost, basta pensare che Zanetti e Marchionni, scarti bianconeri, sono elementi indispensabili nello scacchiere viola, per rendersi conto che migliorare questa squadra non è certo impresa semplice.

Seta e lana, oggi e domani, campioni e prospetti. Un mercato su due binari quello che scorre sulle strade del mercato fiorentino. Il Sudamerica, per esempio, riguarda il capitolo 'futuro'. Difficile pensare che Munoz, in bilico tra un accordo con il giocatore praticamente raggiunto ed un sì del Boca Juniors al Real Madrid, possa rivelarsi da subito il tassello mancante alla retroguardia gigliata. Lecito pensare invece che, qualora dovesse approdare a Firenze, andrebbe a farsi le ossa in attesa di un posto nei quattro di difesa, visto che Kroldrup ha la valigia pronta per l'estate, quando gli scadrà il contratto. Dovesse saltare l'affare Munoz, allora sì che la Fiorentina potrebbe decidere di fare un super sforzo economico da subito, piombando nuovamente sulla Germania, con uno tra Breno e Demichelis nel mirino. Difficile, invece, che si riapra la pista David Luiz, centrale del Benfica, che le aquile valutano una cifra esorbitante per il valore del calciatore. Discorso parallelo a quello del centrale del Boca per Sandro, centrocampista dell'Internacional che piace tanto a Corvino: 8 milioni non sono spiccioli, soprattutto per la quarta alternativa per la mediana. Più facile allora che la Fiorentina punti forte su Guarente dell'Atalanta, sul quale pare ci sia già stato l'ok da parte di Prandelli. 10 milioni è il prezzo stabilito dal club orobico. Per giugno, però, prima i nerazzurri vogliono tenerlo in Lombardia per salvarsi senza troppi affanni. A gennaio, allora, a centrocampo potrebbe arrivare un ottimo gregario, quale Gazzi del Bari, low costa ma di buona affidabilità, oppure potrebbe tornare in auge il nome di Edinho del Lecce, che tanto sta facendo bene in Puglia. Capitolo vice-Gilardino: Castillo non dispiace al Bari, in B qualche società inizia a chiedere informazioni. Certo è che il ricambio dell'attaccante centrale dei viola non può essere quello visto contro l'Udinese ed è per questo che la Fiorentina pare stia iniziando a guardarsi intorno in cerca di un sostituto. Infine i sogni: Mexes guadagna troppo per i viola, 3,5 a stagione più i premi sono un ingaggio che la Fiorentina non può permettersi. Pandev ancora no, ma gli stipendi che Juventus e, soprattutto, Inter, sono disposte a mettere sul piatto vanno ben oltre a quello prospettatogli dalla Fiorentina.