.

IL MERCATO, L'EUROPA E IL... FATTORE W

di Andrea Giannattasio

Qualcuno l'ha ribattezzato (anche forse a ragione) una sorta di campionato di A2. Ovvero quella mini-lega all'interno della Serie A stessa che riguarda le squadre comprese tra il 6° posto della Sampdoria e il 12° del Bologna. Una sorta di limbo inattaccabile tanto verso l'alto (dove dalla Lazio in su le big in testa sono destinate a portare avanti fino alla fine una stagione a parte) quanto verso il basso, nel quale difficilmente Chievo, Sassuolo o altre potranno insidiare chi sta davanti. Sette squadre dunque (Sampdoria, Fiorentina, Udinese, Atalanta, Milan, Torino e Bologna) racchiuse nell'arco di sei punti, due delle quali l'anno prossimo giocheranno l'Europa (dando per scontato che il 7° varrà il terzo turno dei play off di E. League), lasciando le altre cinque all'asciutto e sul divano nelle serate del giovedì.

La gerarchia attualmente vede i blucerchiati favoriti, alla luce della mole di gioco prodotta fino ad oggi e del vantaggio accumulato rispetto alle altre. La Fiorentina, al pari dell'Atalanta, segue a ruota la squadra di Giampaolo ma il rischio che questa classifica parziale possa essere presto ribaltata è dietro l'angolo. E questo a causa di due principali fattori: il mercato di gennaio, che porterà forze fresche ai club che avranno il coraggio di investire, e la rivoluzione iniziata oggi in casa Torino con l'arrivo di Walter Mazzarri, il cosiddetto "fattore W". Già perché la discriminante più forte all'interno del girone di ritorno potrebbe essere rappresentata proprio dal ritorno in Italia dell'ex tecnico del Watford, un tecnico preparato, con le idee chiare (l'esatto contrario di chi lo ha preceduto a Torino) che si troverà tra le mani quella che ai nastri di partenza del campionato era considerata la rosa più attrezzata per tornare già in questa stagione in Europa.

Un timore crescente, quello della rinascita del Toro al giro di boa, che è iniziato a serpeggiare nel corso della giornata nel tam tam dei social anche tra i tifosi della Fiorentina che, nonostante il netto 3-0 inflitto alla squadra di Mihajlovic nello scontro diretto di fine ottobre e un'amicizia storica coi tifosi granata, più che badare alla rincorsa alla Sampdoria adesso sembrano più preoccupati nel tutelare l'attuale settima piazza dal ritorno del Torino, nella cui rosa fino ad oggi tanti nomi importanti (su tutti Belotti, Ljajic e Niang) non sono riusciti ad esprimere tutto il loro potenziale. Una paura legittima che però la Fiorentina potrebbe almeno alleviare proprio grazie al... mercato: se infatti a gennaio Pioli riuscisse a ottenere un paio di innesti in grado di puntellare la squadra, i viola avrebbero sicuramente le carte in regola per aggredire la zona europea anche al cospetto di avversari sulla carta più forti (il Toro, appunto, e lo stesso Milan). Il gioco, stavolta, vale davvero la candela.