IL MERCATO SULLA FI.PI.LI.
Di necessità virtù. Da una rivalità consolidata ad una sinergia ritrovata sul mercato. Fiorentina ed Empoli si sono ritrovati improvvisamente alleati. Se per anni si è parlato di un Corvino che ignorava i "cugini" della provincia e di rapporti appena riaccennati da Pradè, con Vecino (che effettivamente fu valorizzato grazie a Sarri), Brillante e giocatori a dire il vero scaricati come Camporese e Bittante, ora il discorso è di reciproca convenienza. Il presidente Corsi e Pantaleo Corvino si sono riavvicinati per Riccardo Saponara, un affare che poi si è rivelato più conveniente per l'Empoli che per la Fiorentina a dire il vero, ma che ha fatto un po' d'ariete nel muro tra le due società. Basta vedere questa sessione di mercato per farsi un'idea del nuovo rapporto: Dragowski e Diks in prestito subito dai viola agli azzurri, Traorè e Rasmussen a titolo definitivo alla Fiorentina ma rimanendo a farsi altri sei mesi le ossa con Iachini. L'Empoli lotta per la salvezza, sa di non poter competere per grandi obiettivi ma da sempre è una fucina di giovani, cresciuti spesso nella cantera e poi ceduti poi alle big (Juve in primis) senza sconti, così da avere l'autofinanziamento necessario per allestire la squadra. Un discorso che finora era stato più o meno parallelo a quello viola che punta sulle plusvalenze per autofinanziarsi ma ad un gradino più elevato. Per questo i due club geograficamente vicini hanno deciso alla fine di ragionare insieme. La Fiorentina ha assicurato alle casse azzurre denari per la prossima stagione e nello stesso tempo ha giocato d'anticipo sulle altre big per il centrocampista Traorè (destinato ad un'asta estiva) e il terzino Rasmussen. Inoltre ha permesso a due portieri scontenti (Dragowski e Terracciano) di cambiare spogliatoio senza fare troppi chilometri e valigie, con uno scambio indolore per tutti e che può solo apportare conseguenze positive ai calciatori: a giugno se ne riparlerà per tutti e due. Infine ha prestato per una stagione e mezza, senza privarsene vista la fiducia riposta, anche un altro giovane come Diks che, come Dragowski, non ha avuto il trauma di un cambio di ambiente o addirittura campionato (visto che esperienze lontano dalla serie A non li preparerebbe al ritorno). Cinque operazioni convenienti ad entrambe le società insomma e che per una volta fanno pensare che l'unione fa davvero la forza. E chissà che le operazioni in comune non siano finite qui.