IL PAGELLONE DI FV, Prima parte
CHIEVO: VOTO 4
La cura Di Carlo non ha sortito gli effetti sperati. Via Iachini, dentro l'ex tecnico del Parma, i Mussi Volanti annaspano sul fondo della classifica, 9 punti e 6 lunghezze da una quota salvezza che sembra sempre più un miraggio. Il mercato estivo dei gialloblù fu improntato all'insegna del risparmio, con giocatori in crisi ed in cerca di rilancio o giovani di belle speranze arrivati a Verona per salvare il salvabile. Troppo poco per non affondare verso un B che sembra sempre più vicina e quasi inevitabile.
TORINO: VOTO 4
Cairo, ormai, cambia allenatori come costumi in estate. Via Novellino, dentro De Biasi, via De Biasi, dentro Novellino. Entrambi a libro paga, entrambi con il fiato dell'odiata retrocessione sul collo. Monzon, però, sembra stia riuscendo a far ritrovare un talento come Bianchi ed a riportare allo stesso tempo sulla retta via il genio di Rosina. I sogni di inizio stagione sono passati come un tram che difficilmente tornerà entro giugno, la salvezza, però, è un obbligo morale verso una piazza che non merita certi lidi angusti.
BOLOGNA: VOTO 4,5
Il duro dalla Serbia, Sinisa Mihaijlovic, capace quasi di litigare anche con la sua ombra, inanella X che è un piacere. I felsinei, dove Di Vaio è solo come un cane in attacco e l'unico con Volpi e Moras ad essere giocatore di qualità in una rosa quanto meno mediocre, devono assolutamente operare sul mercato a gennaio. Stesso discorso fatto per la piazza granata: Bologna, per la sua storia calcistica, per l'onestà dei suoi nuovi patron, merita di restare in A. Al duro Sinisa l'arduo compito.
SAMPDORIA: VOTO 4,5
Quanto un Santo non basta. Fantantonio ci mette anima e cuore, ma il Pibe de Bari predica spesso nel deserto blucerchiato, complice forse un rapporto non certo idilliaco con i compagni o una gestione Mazzarri che in questa stagione ha steccato a più riprese. Davanti i doriani hanno necessità di peso e gol, dietro di sicurezza ed affidabilità. L'Europa è lontana, al momento, il doppio impegno sembra aver sfiancato sin troppo la Samp in questa stagione.
REGGINA: VOTO 4,5
Altra squadra, altro esonero. Via Orlandi e dentro Pillon, il cambio frutta un misero punticino sul campo del Cagliari. Manca tanta qualità, nonostante ci siano Brienza e Cozza, autori di una stagione alterna, oltre alla generosità e al cuore di Corradi che pare però già con le valigie pronte. La difesa è tutta da risistemare, a centrocampo ci si attendeva di più da Barreto. C'è tempo per rifarsi, ma la Serie A non fa sconti: gli amaranto sono penultimi, con Torino e Bologna pronte a riaccelerare davanti e con già due lunghezze di vantaggio sui calabresi.
UDINESE: VOTO 5
L'inizio da 10 e la seconda parte da 2 non fanno 6 come media. Peggio. La scoppola presa dal Milan è la ciliegina su una torta che sembra quasi avariata: Di Natale, Sanchez, Quagliarella e Pepe faticano non tanto a trovare il lume del gioco, quanto quello della ragione. Forse i bianconeri hanno sognato troppo in grande, una volta primi ad inizio stagione. L'organico è da batteria, Marino allenatore "con i contro". Servirà solo una bella pausa natalizia per rifiatare, ritrovarsi poi e ripartire. Da subito, però: perché quest anno, anche la lotta uefa è più agguerrita che mai.
ROMA: VOTO 5
Non scandalizzatevi. Ma questa Roma qui, winning streak a parte, è una delle note più negative del primo scorcio di campionato, Europa esclusa. Senza gioco e senza identità per molte giornate, torna Totti e ritrova il lume della ragione. A posteriori, perdere Mutu è stato un peccato per i giallorossi, scommettere su Menez un'azzardo andato discretamente, farlo su Baptista un po' meno. Manca, e si sente, Aquilani, manca soprattutto la serenità delle scorse stagioni. Lo Scudetto è e sarà un miraggio. La Champions, di questo passo, rischia di diventarlo presto.
LECCE: VOTO 5,5
Fare le nozze con i fichi secchi dubitiamo piaccia a Beretta ma, da qualche anno a questa parte, pare essere diventato sport abituale per l'ex tecnico del Siena. Cacia fatica ad esplodere, Tiribocchi ha movenze e a volte velocità da "Tir", la difesa ha più buche di Marassi ed il centrocampo tiene botta finché può. Gennaio potrebbe essere l'occasione per puntellare la rosa, magari senza scommettere sul vietnamita o sull'etrusco di turno, puntando su giocatori d'esperienza ed esuberi delle big. La salvezza sarà dura da ottenere, anche se Beretta ha dimostrato di essere più volte uno con lo stomaco di ferro.
PALERMO: VOTO 5,5
Pensare che, dopo l'avvento in Sicilia dell'austero Ballardini, Zamparini aveva subito affisso manifesti in tutta Italia con il sogno Champions dei rosanero, oramai non strappa neanche mezzo sorriso. La dimensione del Palermo è la Uefa, almeno ad oggi, ed al momento fatica ad aggrapparsi anche a questo trenino. La qualità, dietro ed in mezzo, ci sarebbe anche. E' l'attacco ad essere spuntato, visto che Miccoli non ha certo le sembianze di una prima punta, Cavani non lo è e Mchelidze è giovane anche per guidare la macchina. Serve un innesto, pesante, di fatto e nell'immediatezza, per ritornare con colla e pennello ad affiggere manifesti rosanero per l'Italia.
SIENA: VOTO 6
Giampaolo è, probabilmente, tra quelli emergenti, il tecnico migliore alla stregua di Zenga. Ha trasformato un perfetto sconosciuto venuto dalla Colombia in uno dei terzini migliori del campionato, un portiere dalle qualità ancora misteriose come Curci in una simil-saracinesca ed un trequartista con le idee spesso annebbiate come Kharja in un furetto goleador. La salvezza è a portata di mano, manca forse un innesto di qualità in attacco e qualcosa in difesa. Ma Giampaolo, leggasi il commento di Beretta di poc'anzi, è uno che le nozze riesce a farle anche senza fichi secchi.