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IL PALERMO NEL DESTINO

di Andrea Giannattasio

Nel segno del Palermo. Sempre alla penultima e con qualcosa di ghiotto da conquistare. Avvenne così due anni fa, al primo anno del ciclo Vincenzo Montella, potrebbe avvenire altrettanto questo pomeriggio. In effetti in questi ultimi anni la squadra di Zamparini ha rappresentato per la Fiorentina un tassello fondamentale nella corsa all’Europa, l’ultimo ostacolo da superare prima di poter cantare finalmente vittoria. Quando il 12 maggio 2012 l’ex di turno Luca Toni scaraventò in rete la palla del definitivo 1-0 al Franchi contro i rosanero (raccogliendo poi la standing ovation da tutto lo stadio per il suo addio), per i colori viola significò il ritorno alla dimensione europea, uno spazio per troppo lungo tempo dimenticato da Firenze e che sotto una pioggia battente fu accolto con un grido di gioia enorme, come da tempo non se ne vedevano. L’immagine più bella fu forse quella di Andrea Della Valle e Vincenzo Montella, bagnati fradici, ai piedi della curva Fiesole con in mano una maglia celebrativa: la Fiorentina era finalmente tornata.

Ma quante cose sono cambiate da quel giorno. L’avversario è sempre lo stesso, la giornata in calendario pure. Per non parlare dell’obiettivo, sempre e comunque prestigioso, nonostante le premesse ancor più rosee di inizio anno. Cambia solo la scenografia, che passa dal verde del Franchi a quello del Barbera. Ma l’acqua che è passata sotto il Ponte Vecchio in questi due anni di distanza è stata tantissima, così come le tensioni e le incomprensioni che si sono accumulate tra tecnico, dirigenza e tra i tifosi. Che se 24 mesi fa avevano accolto il 4° posto come un risultato straordinario, oggi (con una fase a gironi a portata di mano ed un percorso europeo di alto livello) sembrano per gran parte insoddisfatti di quanto fatto dalla loro Fiorentina, vista quasi come “imprigionata” in una dimensione di medio-alta classifica ed incapace di saper andare oltre. Per i viola intanto c’è ancora un’Europa da conquistare ed il Palermo resta nel destino. Ma con un occhio ed uno spirito diverso. Verrebbe da domandarsi il perché.