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IL PAULO OSCURO

di Lorenzo Di Benedetto, Pietro Lazzerini e Dimitri Conti

"Sapete quanto ho lottato l'anno scorso per trattenere alcuni calciatori. Quest'anno penserò molto di più al campo". Questa dichiarazione basta per chiarire l'umore di Paulo Sousa all'inizio di questo secondo anno in viola. I tempi dei sorrisi e della positività ostentata nella passata stagione, sono finiti. Il clima è cambiato, e non si tratta solo del freddo che nelle ultime ore ha colpito Moena e dintorni, ma di quello che si respira ogni volta che si guarda in faccia il mister. 

Con i giornalisti in primis, ma anche nella sua vita quotidiana, il tecnico ha cambiato atteggiamento. Gli unici a cui, giustamente, regala un sorriso o un autografo sono i tifosi, ma la sensazione è che, come successo anche a Montella in passato, il ritiro di Moena coincida con una condizione di costante arrabbiatura e forse anche di mancanza di fiducia nei mezzi della società. 

"No alle domande sul mercato" l'input della conferenza. Semplicemente perché al momento c'è poco da dire, e comunque fare nomi non avrebbe senso. Mentre Corvino lavora per portare entro poche ore almeno un paio di difensori in più in rosa, la fiducia che Sousa ha detto di avere nei suoi confronti appare quanto meno obbligata. 

Sicuramente, rispetto a un anno fa, è cambiato più di qualcosa nella mente di Sousa. Il condottiero pronto a lottare contro tutto e tutti per portare in alto la Fiorentina e convincere i tifosi che il suo passato da juventino era solo un ricordo, ha lasciato spazio al freddo professionista che calcola le mosse senza sentirsi coinvolto a pieno, come accadeva, per sua stessa ammissione, soprattutto nella prima parte della stagione.