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IL PESO DI UNA PANCHINA

di Giacomo A. Galassi

Ostenta molta più preoccupazione per le condizioni della sua squadra che per il suo futuro, Beppe Iachini. Anche se entrambe le situazioni sono piene di incognite. 

Da una parte la squadra, pronta a ripartire con la possibilità di finire il campionato in bellezza e allo stesso tempo il rischio di peggiorare una situazione già di per sé non ottimale. Dall'altra un futuro dello stesso tecnico che ancora chiaro non è, se Rocco Commisso pone la fiducia sul tecnico in base a come si comporterà la squadra in queste ultime 12 partite che mancano e intanto continua a guardarsi intorno per capire chi c'è sulla piazza.

Essere l'allenatore della Fiorentina, insomma, in questo momento non è proprio un lavoro semplicissimo. Anche perché restano da sciogliere dei dubbi pure sulla formazione: come schierare la squadra? Solito 3-5-2 o sperimentare il 4-3-1-2? Difficile che per adesso Iachini cambi quello che è il leit motiv della sua carriera e alla fine almeno con il Brescia sceglierà il classico modulo con difesa a tre e le due punte, ma è chiaro che soprattutto vista la necessità di alternative dovrà riuscire a cambiare la squadra anche in corso d'opera.

Tutti dubbi e problemi che affollano la mente di Beppe Iachini, pronto come non mai a ripartire ma non per questo con più certezze rispetto al periodo pre-Covid. Anzi. Per il tecnico marchigiano il motto più adatto potrebbe essere quello citato da Paolo Villaggio al cinema: "Io, speriamo che me la cavo". Per il resto parlerà il campo.