IL PREZZO DELLA CRESCITA
Il secondo tempo, o meglio il modo in cui la Fiorentina aveva cominciato il secondo tempo della sfida con il Genoa, faceva decisamente sperare. Tutt'altro atteggiamento quello degli uomini di Pioli, a cominciare da una velocità di manovra ben più sostenuta rispetto ai primi 45 minuti. Quando più o meno al piccolo trotto la Fiorentina aveva badato soprattutto a tenere palla. Rendendosi pericolosa raramente, e con le sole iniziative di Chiesa.
Poi però qualcosa era davvero cambiato nell'intervallo e seppure fosse ancora Federico a guidare le sortite offensive, la sensazione era quella di una crescita generale, di un rientro in partita collettivo. Tanto che il momento buono sarebbe arrivato di lì a poco, sull'asse Chiesa-Simeone. Si discuterà eccome, in settimana, sul momento del Cholito, in grado di alternare buone cose a qualche errore di troppo.
Ma prima di qualsiasi altra riflessione andrà ricordato lo scotto che la Fiorentina quest'anno deve pagare a una carta d'identità generale come minimo giovane. In tal senso l'esperienza in Serie A del Cholito non si discosta da quel concetto di "gruppo giovane" che lo stesso tecnico ha più volte tirato in ballo. E allora, così come Pioli ha sottolineato come sia mancato il gol, tanto varrà rendersi conto che la crescita di un giovane attaccante come Simeone passa anche da momenti nei quali non si può essere già cattivi come i grandi bomber.
Il Cholito crescerà anche grazie alle occasioni non sfruttate a Napoli e ieri contro il Genoa. Almeno questo, tutt'oggi, continua a far pensare. Si tratta semplicemente di concedere, a lui come agli altri giovani, il tempo di sbagliare e correggere gli errori.