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IL PRIMO K.O. E UN PROBLEMA DEL GOL CHE ORA PREOCCUPA

di Tommaso Loreto

Al momento delle distinte, di fronte alle formazioni ufficiali, è parso sempre più evidente il tentativo di coinvolgimento generale da parte di Vincenzo Italiano, esercizio votato a regalare autostima a tutta La Rosa a disposizione. Altri cambi in serie rispetto alla formazione che aveva ben figurato con il Napoli, 9 in tutto, un’altra Fiorentina rivista nella maggior parte dei suoi interpreti. Così se la spiegazione riferita dal tecnico nel dopo gara fa soprattutto riferimento ai primi 15 minuti, la sensazione più diffusa è che in assenza di chiare gerarchie di formazione la squadra sia ancora alla ricerca della sua vera natura, della propria identità, con la conseguenza che più che in timidezza la Fiorentina a Udine abbia peccato in semplice inventiva.

Nel tentativo di pareggiare il gol iniziale di Beto, che nasce da un presunto fallo ma anche da uno dei tanti (troppi) errori banali collezionati in avvio di gara, i viola hanno ampliato a dismisura il possesso palla senza tuttavia limitarne la sterilità, alimentando un giro palla troppo orizzontale e troppe volte senza sbocchi offensivi. Così forse non è un caso che l’occasione migliore, sul colpo di testa di Quarta, sia nata sugli sviluppi di un calcio piazzato dalla bandierina, mentre per il centravanti titolare di turno, ieri sera Cabral, l’attesa a ridosso dell’area di rigore si è fatta sempre più prolungata.

Di certo non la strada migliore per pensare di risolvere il problema principale di questa Fiorentina, arrivata a oltre 420 minuti senza gol e per questo in forte difficoltà di fronte a un’Udinese poco più che ordinata. Se gli uomini di Sottil hanno badato soprattutto a gestire il vantaggio iniziale quelli di Italiano non sono quasi mai arrivati a impensierire Silvestri, senza nemmeno troppi tiri da fuori area. Il primo stop stagionale, alla sesta partita in poco più di due settimane, poteva anche essere preventivato, ma è il sentore di leggerezza offensiva a preoccupare tutti, Italiano incluso e adesso destinato a doversi confrontare con qualche critica in arrivo. Più che per il turnover (in assenza di indicazioni precise o allenamenti visibili l’obbligatorietà dei cambi non può esser discussa) per le sostituzioni che a partita in corso non hanno cambiato il volto di una Fiorentina parsa stanca di gambe e pure di testa.