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IL PROFILO DI PONGRACIC. DALLE SBANDATE IN GERMANIA ALLA MATURITÀ LECCESE

di Jacopo Mannina

Oramai mancano solo visite e firma, poi Marin Pongračić sarà pronto a vestire la maglia viola. Il giocatore, atteso a Firenze già nelle prossime ore, arriverà per una cifra simile a quella per cui il club cede Milenkovic al Nottingham Forest: 16 milioni di euro. Via un difensore, ne arriva un altro. Ma se del serbo sappiamo tutto o quasi, essendo stato una bandiera viola, quarto per presenze tra i giocatori stranieri, del croato non conosciamo moltissimo se non il recente passato in Salento o l'esperienza di Euro 2024, quando ha avuto l'occasione di giocare anche contro l'Italia.

La storia di Marin - Nato l’11 settembre 1997 a Landshut in Germania, ha il doppio passaporto poiché è figlio di una coppia di immigrati croati fuggiti dalla guerra balcanica. Così come altri giocatori nati fuori dalla propria nazione, inizia a muovere i primi passi nel paese d'accoglienza distinguendosi fin da giovanissimo nel Bayern Monaco, passando poi per Ingolstadt 04 e il Monaco 1860. La prima svolta della sua carriera arriva in Austria quando viene prelevato da chi di giovani talenti se ne intende: il Red Bull Salisburgo. Inizialmente le grandi aspettative non furono rispettate e nel 2020, finito ai margini della squadra, torna in Germania per il Wolfsburg per una cifra comunque alta, sui 9 milioni di euro. Un anno non eccezionale al Borussia Dortmund in prestito è solo il preludio del suo approdo in Italia, dove trova il Lecce. Corvino fiuta l'affare prendendo prima il giocatore in prestito e poi comprandolo la stagione successiva per 1,6 milioni, un decimo del prezzo per il quale lo rivenderà alla Fiorentina.

La testa calda - In Germania, escludendo il suo percorso come giocatore, non hanno maturato un buon giudizio sul promesso sposo difensore viola. Durante la pandemia, infatti, il difensore fu spesso ritratto come trasgressore delle limitazioni imposte dal governo tedesco, non volendo indossare alcun dispositivo per limitare la diffusione del virus, come la mascherina. Anche sul rettangolo verde, però, il difensore croato ha trovato il modo per far parlare di sé, come nel caso della gomitata a Morales del Fortuna Düsseldorf che gli costò ben 3 giornate di squalifica. In Italia ha comunque messo la testa a posto maturando come giocatore.

Lato tecnico - Chi ha visto crescere Pongracic soprattutto a Lecce racconta due versioni differenti del giocatore. La prima, nella stagione in cui è arrivato in Salento, nella quale ha fatto fatica a trovare spazio, la seconda invece in cui il classe '97 è apparso diverso fin da subito e prima con D'Aversa, poi con Gotti, ha preso le redini della difesa del Lecce portandolo ad una comoda salvezza. Bravo con i piedi soprattutto nel lancio lungo, ha dimostrato buona qualità anche nello stretto ma deve essere messo alla prova in un sistema di gioco che coinvolga di più i difensori rispetto ai giallorossi. Quella di Firenze è un'ulteriore opportunità di crescita per Pongracic, anche dal punto di vista tecnico.

La storia si ribalta - Ha quasi del clamoroso il modo in cui Pradè, una volta venduto Nikola Milenkovic, ha soffiato il giocatore al Rennes che aveva in programma le visite per il giocatore fissate tra oggi e domani. Per una volta, nella sua storia recente, è stata la Fiorentina a soffiare all'ultimo un giocatore destinato ad un altro club. Dopo i casi di Berbatov e Milinkovic-Savic, trattati proprio da Pradè, il DS viola ha saputo stavolta inserirsi e sfruttare la crudele legge del calciomercato. A meno di ulteriori clamorosi ribaltoni, Marin Pongračić arriverà quindi a Firenze e non in Francia, per svolgere le visite mediche e aggregarsi al gruppo di Raffaele Palladino.