IL QUARTO ANNO
Sempre e solo una questione di aspettative, di ambizioni, di traguardi ideali. Alla chiusura del mercato estivo 2022 più che un giudizio sulle trattative sono le riflessioni sugli orizzonti viola a tenere banco, almeno a giudicare da una prima reazione generale non troppo entusiasta. E' vero, il club si è mosso rapidamente per sostituire i partenti dai profili non indifferenti, l'ha fatto centrando tutti obiettivi importanti (Dodò, Mandragora, Gollini e Jovic ai quali aggiungere anche l'arrivo di Barak e un rinnovo di Milenkovic di gran valore) e sotto questo profilo il passaggio del turno europeo e l'imbattibilità nelle prime 5 sfide stagionali è stata la miglior risposta possibile di squadra e dirigenza, ma se un primo giudizio è stato espresso è proprio dal timoniere Italiano che è arrivato.
Il riferimento del tecnico a un mercato più di sostituzione che di aggiunta sembra restare attuale anche dopo il gong sull'estate del calciomercato. senza contare che se da un lato l'abbonandanza mediana alimentata da Zurkowski potrebbe comunque rivelarsi una nuova risorsa, l'uscita di Nastasic e l'eventuale rilancio di Ranieri sembrano ridurre le disponibilità difensive. Non il massimo già pensando al tour de force in arrivo tra campionato e Conference League. Il tutto da misurare alla luce di un'ombra, forse l'unica, che ha contraddistinto il buon avvio tra campionato e play-off, un rendimento offensivo legato alle prospettive di crescita di Cabral e Jovic che fin qui non hanno ancora trovato la giusta continuità.
Insomma, ci s'interrogherà ancora su come esce dal mercato questa Fiorentina, se rinforzata o indebolita (e pur sempre al netto delle tante partite in arrivo destinate a ribaltare molti concetti, perchè così funziona quando comandano solo il campo e i risultati) ma ancor prima di valutare come e dove potrà arrivare nel corso di questa stagione sarà necessario trovarsi d'accordo sui reali obiettivi da inseguire durante l'anno, il quarto dell'era Commisso e il primo dopo una delle cessioni più rumorose di sempre. Perchè pur nell'ottica di riuscire ad andare oltre i propri limiti, come accaduto l'anno scorso grazie all'apporto dell'allenatore, un conto è pensare di confermare l'Europa centrata di recente un altro sognare a occhi aperti l'inseguimento ai piani più alti della classifica.