IL RIBALTONE
Nikola Kalinic ha tenuto duro anche in serata, i suoi pensieri sono rimasti gli stessi rispetto a quanto dichiarato nella mattinata di ieri. Al termine di un venerdì che tutti ricorderanno a lungo il croato ha ribadito le sue volontà agli agenti che lo avevano raggiunto a Firenze per la cena decisiva. L’attaccante non è tornato sui suoi passi e ha confermato la decisione definitiva di rinunciare ai milioni di euro in arrivo dalla Cina.
Una giornata cominciata con il colpo di scena delle dichiarazioni di Kalinic si conclude con il summit in un ristorante fiorentino in cui persino gli ultimi rilanci del Tianjin non lo hanno convinto. Cifre spinte in alto, che non hanno sortito l'effetto sperato dal club cinese e soprattutto da Fabio Cannavaro. Nikola resta qui, a Firenze, determinato a segnare in Serie A e a giocarsi i prossimi mesi ancora con la maglia numero 9 della Fiorentina.
Quella che sarà la sua storia futura si capirà soltanto da giugno in poi, e per lo stesso Corvino il problema non da poco della sua sostituzione può essere accantonato. Restano così sullo sfondo tre settimane che sembravano destinate a cambiare di nuovo la squadra di Sousa e soprattutto una scelta che lascia il segno. Anzi, un segno importantissimo. Perchè va dritto al cuore di una città che adesso lo ama giustamente alla follia.
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