.

IL RISCHIO "SCAFFOLDS" E LA MANCANZA DI ALTRI PROGETTI PER IL FRANCHI

di Andrea Giannattasio

Botta e risposta sull’asse New York-Firenze sul tema stadio. Se qualcuno pensava che l’innocua battuta di Rocco Commisso all’indirizzo di Andrea Pessina fosse stata del tutto digerita (“Mi viene da pensare che sia un tifoso della Juventus”), qualcuno in Sovrintendenza non l’ha presa bene. A cominciare dal numero uno che dirige l’ente supremo per i beni architettonici e paesaggistici del capoluogo, colpito evidentemente nel vivo della frecciata di mister Mediacom ed oggi in forte vena di rilasciare interviste. C’è un passaggio tuttavia in particolare che nelle parole del Sovrintendente ha fatto discutere ed in particolare è la frase relativa all’abbozzo di progetto - a firma Casamonti - che la Fiorentina ha ufficiosamente presentato all’ufficio di via Ginori, un rendering dove in buona sostanza la società viola si poneva come obiettivo quello di abbattere quasi il 40% dello stadio Franchi per costruire le curve vicino al campo di gioco e riutilizzare alcuni spazi per la realizzazione di aree commerciali.

Quello che tuttavia dalle parti di viale Fanti non è stato molto digerito è il fatto che dalla Sovrintendenza si faccia leva sull’assenza di progetti alternativi (o magari, perché no, più dettagliati) a quello di Casamonti che propongano altre idee rispetto a quella già presentata e bocciata ormai quasi un anno fa. In realtà, secondo quanto ricostruito da Firenzeviola.it, non soltanto quello presentato dalla Fiorentina era sotto molti aspetti un progetto piuttosto articolato ma l’assenza di nuove proposte da parte del club viola trova ragione nel fatto che dopo il primo “niet” della Sovrintendenza all’abbattimento delle curve, la società ha capito che qualsiasi altra soluzione sarebbe stata scartata a priori da Pessina: l’obiettivo del club di Commisso infatti è quello di rendere le curve una zona confortevole dello stadio, un’area dove sia possibile gustarsi davvero la partita. Ecco perché costruire delle impalcature (“scaffolds”, come ama chiamarle in slang Usa Joe Barone) sopra le attuali curve, nascondendole, sarebbe solo un palliativo: l’esempio è quello dello stadio Rigamonti di Brescia, una soluzione tampone per venire incontro alle idee di Fiorentina e Sovrintendenza che però ai viola non piace affatto.

In questo braccio di ferro, la regia è stata quella del Comune di Firenze, che dopo aver indirizzato la Fiorentina verso la Sovrintendenza per provare a trovare un punto d’incontro per quanto riguarda la ristrutturazione del Franchi, ha poi offerto come unica alternativa quella della Mercafir, il cui epilogo per i prezzi troppo esosi è ormai cosa nota (il bando scadrà ufficialmente tra poche settimane senza nessuna offerta). E in attesa di sapere se Palazzo Vecchio proporrà a Commisso un’altra area in tempi relativamente brevi dove edificare il nuovo stadio (la Caserma Perotti? Castello? Il Visarno?), il progetto per Campi sta prendendo sempre più corpo.