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IL RITORNO DEL DIECI

di Tommaso Loreto

Un tempo era la maglia più richiesta. Quella per la quale eri disposto a fare la coda o a spendere qualche lira in più. Il numero dei numeri, quello che identificava il giocatore più tecnico, quello in grado d'inventare o di mandare direttamente in gol gli altri compagni. Storia e tradizione di un calcio, italiano, che oggi sembra snobbare il ruolo del trequartista. Un ruolo che a Firenze, rileggendo soltanto gli ultimi 30 anni, ha visto protagonisti del calibro di Giancarlo Antognoni, Roberto Baggio e Manuel Rui Costa. Racconti di un "futebol" che non sembra esistere più, tranne qualche rara eccezione.

Anche in casa viola, del resto, gli ultimi anni raccontano di moduli che non prevedevano il centrocampista offensivo alle spalle delle due punte. Giusto nell'ultimo anno di Prandelli si provò a riproporre una sorta di trequartista dietro a Gilardino, ma con al fianco almeno due esterni. Era il cosiddetto 4-2-3-1 con un trittico di giocatori che vedeva Mutu (o il neo acquisto Jovetic) a sostenere ill centravanti, salvo utilizzare lo stesso Santana quando o il romeno o il montenegrino erano indisponibili. Esperimenti poi accantonati con l'avvento di Mihajlovic, il ritorno al 4-3-3, e la ricerca pressochè costante del gioco sulle corsie esterne.

La Fiorentina che sta nascendo, invece, sembra voler tornare all'antico. Mentre Corvino stringe i tempi per chiudere Aquilani, a Cortina, si attende l'arrivo di Lazzari, altro centrocampista funzionale al modulo proposto da Miha, ovvero il 4-3-1-2. Sia l'ex Roma e Juve, che l'ex Cagliari, infatti, incarnano il ritorno al trequartista che il tecnico serbo ha in testa per la prossima stagione. Un ritorno al passato, e a quella maglia numero dieci che negli ultimi anni, a Firenze come altrove, era stata troppo frettolosamente riposta nel cassetto.