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IL RITORNO DI MILAN

di Tommaso Loreto

In attesa della definizione finale della trattativa, il ritorno di Badelj arriva persino a dividere la tifoseria. Non che ci sia da stupirsi, è nel dna della piazza, ma è certamente ironico notare come tra i più scettici in merito al ritorno di Milan ci siano i meno convinti dall’operazione sotto un profilo economico. Quasi che l’ultimo decennio, caratterizzato dall’oculata gestione finanziaria del club, avesse ormai trasformato il tifoso in un ragioniere puntiglioso che mal digerisce il dover spendere oggi per un giocatore andatosene (a costo zero) soltanto dodici mesi fa. 

In realtà, se proprio si dovesse discutere il secondo inserimento di Badelj, potrebbe essere l’ultima annata a Roma spesa in panchina a dover fornire tesi ai meno convinti, ma la sensazione è che la Fiorentina abbia deciso di accelerare in attesa di altri sviluppi. Come quelli che riguardano Demme per il quale la settimana che si apre dovrebbe essere decisiva, o come quelli legati al norvegese Berge che probabilmente convincerebbe di più sotto il profilo tecnico. 

Ma più in generale il ritorno del metronomo croato è un aspetto che va a incidere soprattutto sul lavoro di Montella. E lo fa consegnando al tecnico un primo importante tassello di quel centrocampo che la Fiorentina vuol completamente ricostruire. In più, al di là delle doti calcistiche di Badelj sulle quali è pressoché impossibile discutere, è anche a livello psicologico che vederlo nuovamente nello spogliatoio viola potrebbe fare bene a tutti. Ai più giovani come a chi conosce più a fondo l’ambiente, l’apporto di Badelj non può che far bene per quel che il giocatore ha dato nelle sue stagioni fiorentine e per quello che, c’è da crederci, può ancora dare.

Ci sarà (e in effetti c’è) ancora tempo per capire al meglio quale squadra uscirà dal mercato estivo in chiusura i primi settembre, e qualche ulteriore dettaglio arriverà con la chiusura del mercato inglese, una sorta di discriminante - ad ora - su molti affari rimasti in sospeso. Forse anche per questo motivo risulta più semplice capire chi attende con fiducia rispetto a chi sbuffa di fronte all’operazione amarcord legata al ritorno del croato. Il quale, al di là delle visioni differenti, non fu propriamente messo nelle condizioni migliori per decidere di rinnovare dopo quell’ultima terribile stagione nella quale, proprio Badelj, fu uno dei primi a caricarsi il gruppo sulle spalle per superare la perdita di un capitano come Davide Astori.