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IL RUGGITO DI DELIO

di Andrea Giannattasio

''Voglio una squadra che lotti e che dimostri di saper soffrire; se una persona non lotta ha già la sconfitta nel cuore''; miglior dichiarazione di guerra alla vigilia dell'attesissimo incontro contro il Milan non poteva esserci. Saranno la grinta ed il carattere, frutto del faticoso lavoro accumulato in queste due intense settimane di allenamento, i veri protagonisti della partita di domani, nella quale per l'occasione dovranno moltiplicarsi in maniera esponenziale per far fronte alle pesantissime assenze di Jovetic, Natali, Cassani e dell'appesantito Vargas.

Non si aspetta miracoli sul piano del gioco Delio Rossi, né tantomeno lui stesso si è presentato a Firenze spacciandosi come mago (anzi, come medico) per curare una Fiorentina malata, ma senza dubbio attende importanti risposte dall'oculato lavoro svolto in questi ultimi 10 giorni: quell'anima tanto invocata dai tifosi e che Rossi avrà senza dubbio tentato di plasmare per presentarsi al meglio davanti ad una cornice di pubblico auspicabilmente delle grandi occasioni.

Si riparte da zero dunque. O perlomeno quasi: già, perché se con Sinisa Mihajlovic sia Marchionni che Felipe avevano ormai preso confidenza abituale con la tribuna, anche con il cambio di guida tecnica il nuovo allenatore viola ha preferito conintinuare sul solco già ampiamente tracciato dal mister di Vukovar, preferendo convocare Ljiajc e, per la prima volta, anche i giovanissimi Camporese e Babacar. Insomma, un cambio di tendenza piuttosto importante che ci auguriamo possa portare i suoi primi frutti a partire da domani sera. Magari con 40.000 tifosi sugli spalti.