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IL TRENO DEI DESIDERI

di Marco Conterio

L'anima dei tifosi della Fiorentina dev'esser fatta di sogni. Perché il viola non è colore d'ogni giorno, comune e consueto. Dicono gli esperti che faccia rima con vulnerabilità ma con profonda eleganza, che racchiuda in sè il blu dell'oceano ed il rosa delle carezze. L'orizzonte dei sogni, quelli che arrivano da lontano e che guardano all'infinito, con dolce maliconia e forte speranza. Yè-yè non era solo un modo di dire. Era un prato di viole rigogliose, era la gioventù che diventava presente, prima di trasformarsi in storia eterna. Il tifoso della Fiorentina scava nei ricordi del passato, verso quel 56 che senza fermate porta dritto alle porte del Paradiso.

Firenze è una città dove non diventano eroi solo i Baggio, ma anche gli Iachini. E' le lacrime di dolore dopo un ginocchio di Batistuta che fa crack, è il grido di rabbia al cielo dopo il fallimento, è la neve di Gubbio, è un esercito di cuori festanti trafitti dopo la mitraglia di Osvaldo a Torino. E' una carovana d'emozioni che si concentrano in novanta minuti, che nonostante un Romeo che non corteggia ma che piuttosto bistratta, è la più bella delle Giulietta del campionato.

L'abbraccio di uno spogliatoio intero dopo la rete di El Hamdaoui, il dieci sudato di Aquilani, l'elegante passo danzante di Pizarro, la lambada in area di Borja Valero ed il grido di gioia di Viviano. Immagini antiche che tornano nella Scala del Calcio e che riaffiorano insieme a Santa Maria Novella, quando il treno dei desideri viola abbraccia un pubblico festante. Perché l'anima del tifoso della Fiorentina è fatta di sogni e tre punti contro un Golia piccolo piccolo rendono Davide ancora più bello ed eroico. Bandiere che sventolano e sguardi verso gli alti orizzonti della classifica. Una carezza in un pugno di gol, tre, che risveglia sapori antichi, che fa toccar già da ora con mano il Paradiso ad una città nuovamente fiorita di viole.