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IMMENSI

di Andrea Giannattasio

Ci pare sinceramente troppo riduttivo, al termine della sfida del Mapei Stadium, provare a capire chi in casa Fiorentina nell’arco dei 120’ (e dei conseguenti rigori) sia da inserire tra i canonici “più” e “meno” della partita. Sarebbe uno sgarbo che la formazione di Federico Guidi non meriterebbe affatto. Anche perché, a cominciare da Cerofolini (mamma mia che partita!), passando per Castrovilli e terminando con Gori, la prova della Primavera nel pomeriggio di Reggio Emilia è stata stoica. Esemplare. Immensa. 

Battere i vice-campioni d’Italia della Juventus (che oggi schierava dal 1’ il tanto decantato Kean) non era di per sé già un’impresa facile, figuriamoci poi farlo giocando per quasi un’ora di gioco con un uomo in meno. Ecco perché la sfida del Mapei deve entrare di diritto all’interno delle pagine più belle in questa stagione della Fiorentina nel suo complesso, una storia simile per certi aspetti a quella vissuta dalla prima squadra viola a gennaio al Franchi contro la Juve quella vera. Quella dei campioni, dei miliardi e di Higuain.

Oggi i valori in campo erano diversi (già a novembre la Primavera aveva inflitto una sonora lezione in Coppa Italia ai bianconeri di Grosso, ma lì c’erano Hagi e Chiesa) ma la soddisfazione resta la stessa. Anche perché provare a riportare un tricolore Primavera che manca dalle parti dell’Arno dal 1983 (e regalare a Pantaleo Corvino il suo 13° trofeo giovanile da dirigente) sarebbe il segnale che il vivaio della Fiorentina rimane uno dei migliori d’Italia.