IMPRESA SFIORATA
E' squadra vera la Fiorentina che torna da Torino, ancora di più di quanto si era scoperta con l'Inter, anche se il primo segno sul volto di chi è sceso in campo è per forza una smorfia di rabbia. Nel protagonismo dell'arbitro Di Bello si ritrovano tutte le incongruenze della gestione arbitrale del momento, con il VAR chiamato in causa per annullare – giustamente – il gol di Vlahovic ma non per valutare che tipo di scontro avessero avuto Milenkovic e Belotti.
Inevitabile ripartire dall'episodio della seconda espulsione per spiegare l'uno a uno finale, altrettanto sottolineare quanto abbia sbagliato Milenkovic nello stimolare la sceneggiata dell'attaccante granata (che meriterebbe sanzioni se qualcuno avesse voglia di rivedersi lo svenimento in diretta tv). Ed è d'altronde tra le pieghe di ingenuità come quella del serbo, o di Castrovilli, che si nascondono le – poche – note negative della serata di Torino.
Perchè poi il resto delle annotazioni non può che essere positivo, dall'importanza di un Ribery a determinati livelli fino alla crescita di Bonaventura che in queste condizioni diventa indispensabile, passando per un Vlahovic che con un po' di fortuna in più avrebbe allungato la striscia positiva e arrivando soprattutto a uno spirito di gruppo che conferma passi in avanti grazie alla cura Prandelli.
Il tecnico può essere soddisfatto del modo di stare in campo dei suoi, certamente più sicuro e meno balbettante rispetto a qualche tempo fa ma anche fin troppo fragile in una difesa dove Pezzella fatica ogni partita di più a ritrovarsi quasi che (come nel caso di Milenkovic) il futuro fosse un peso troppo gravoso da gestire in campo. Anche su questo aspetto serve intervenire già dalla prossima sfida contro l'Inter, ma giocando con la voglia di ieri sera la Fiorentina ha tutto per tornare a divertirsi e a divertire.