IMPUTATI EX AEQUO
Un mese senza vittorie. Stessi punti dell'anno scorso. Attaccanti che non segnano addirittura dal 23 settembre e zona Europa momentaneamente salutata in favore di Torino e Sassuolo. Questo è il quadro del weekend viola, con un pareggio contro la Roma che non può far storcere la bocca ma che nemmeno può far esaltare l'ambiente fiorentino. Un po' per il gol subito all'85', un po' perché si tratta comunque del terzo pareggio consecutivo subito in rimonta e un po' perché l'ottavo posto attuale non rappresenta il percorso che avevano sognato dirigenti e allenatore all'inizio della stagione.
E' normale che molte delle colpe ricadano sui calciatori, anche perché, come è giusto ricordare, sono i giocatori a scendere in campo e a determinare i risultati, ma per i tifosi è anche l'ora di fare i conti con chi la squadra l'ha costruita. In primis Corvino e Freitas, capaci di acquistare giocatori più che interessanti come Pezzella, Veretout e Milenkovic, ma che allo stesso tempo non sono riusciti ad alzare effettivamente il livello della rosa acquistando molte scommesse e poche certezze nell'estate scorsa. Lafont in porta è sicuramente una giovane promessa, ma per ora è più che un'incognita. Edimilson, Noorgard e Gerson, non sono stati all'altezza, in tre, della sostituzione ideale di Milan Badelj. In attacco Pjaca e Mirallas non hanno mai dato l'impressione di poter fare la differenza. Dunque le certezze sono rimaste quelle dell'anno passato, tra l'altro con un Simeone ancora sottotono a diminuire la capacità offensiva dei viola. Insomma, una squadra di nuovi acquisti, potenziali titolari, che sulla carta avrebbero potuto dare lo sprint in più ma che in pratica non hanno ancora dimostrato di valere il valore immaginato in estate.
In secondo battuta, c'è Stefano Pioli. Il tecnico che ha saputo cementare il rapporto tra squadra e città nel momento più difficile della recente storia viola, ovvero in seguito alla tragica scomparsa di Davide Astori, non ha però ancora trovato la quadra quando si parla di calcio giocato e i tifosi hanno iniziato a criticarlo. La Fiorentina non gioca bene e, se all'inizio dell'anno pareva comunque una potenziale scheggia impazzita tra estro e giovane età, adesso ha perso anche quella forza della pazzia che avrebbe potuto sparigliare le carte in tavola. Pioli è molto bravo a gestire la difesa. I viola restano una delle squadre meno battute del torneo. Ma se è bravo ad annullare il gioco altrui, è altrettanto in difficoltà quando il gioco va costruito. Salvo Chiesa, che agli occhi di tutti resta di fatto l'unico faro del gioco offensivo, gli altri stanno deludendo e non pare solo per motivi di rendimento personale. Infatti, nonostante abbia provato a girare anche gli effettivi, oltre che le loro posizioni in campo, il risultato è sempre il solito: se non segnano i centrocampisti, non segna nessuno.
L'obiettivo Europa League è certamente ancora in piedi, e questa è una buona notizia, ma alla lunga, la pareggite che ha colpito la Fiorentina potrebbe stravolgere i piani a lungo termine. Sul banco degli imputati ci va tutto l'ambiente e a cominciare dalla gara esterna col Frosinone, il cambio di passo è il minimo indispensabile per proseguire in un programma che si è inceppato troppo presto. In poche partite tutto può essere fortunatamente rimesso sui binari giusti, ma sottovalutare i vari problemi dell'ultimo mese sarebbe un errore imperdonabile da commettere per il buon esito della stagione.