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IN TREATMENT

di Tommaso Loreto

Un lungo sfogo, accorato, oltre mezz'ora in una sorta di seduta psicanalitica. Anche se ad Arquata va in scena l'inaugurazione di un nuovo stabilimento Tod's, e anche se gli onori di casa li fa Diego Della Valle, Andrea Della Valle non perde l'occasione di parlare con Firenze. Lo fa con i colleghi che sono andati nelle Marche, senza peli sulla lingua, con il tono di chi vive il momento attuale con una certa sofferenza. Ma, soprattutto, lo fa cogliendo la palla al balzo come capita a chi non vede l'ora di tornare a parlare di un argomento. 

Perchè se una cosa s'intuisce subito dalle parole di ADV è proprio la voglia di tornare a parlare di Fiorentina e di tornare a respirare le vicende del mondo del calcio. Certo il momento non è ancora quello buono, la rabbia non deve essere ancora del tutto passata ed evidentemente per i proprietari non è ancora del tutto chiaro il perchè resistano certi malumori. C'è autocritica nelle parole di ADV (soprattutto sulle recenti vicende legate a Paulo Sousa) ma c'è anche l'amarezza di chi non pensa di meritarsi cori e inviti ad andarsene. 

Dall'altra parte, a chilometri di distanza, c'è una città intera che pende dalle sue labbra. Ascolta quanto arriva da Arquata e inevitabilmente si divide (ancora) tra chi comprende l'amarezza di ADV e chi, invece, vorrebbe semplicemente che fosse derubricata all'assenza di vie di mezzo tipica del calcio. In fondo oggi, e ieri, praticamente tutti sono stati contestati, che avessero alzato trofei in serie o che la bacheca sia rimasta viola.

Il pallone è questo: un mondo dove una vittoria, un palo, o qualche centimetro di differenza possono portarti dalle stelle alle stalle nel giro di pochissimo. Chi frequenta un universo di questo tipo, gioco forza, ne prende onori ma anche oneri. 

E' questo che, forse, verrebbe voglia di far presente al patron viola, ovvero che soprattutto nel calcio i cori sono il pane quotidiano, e nel ruolo di un presidente può anche starci il compito di doverle gestire. Tanto più se in passato qualche errore, com'è naturale che sia, è stato realmente commesso nonostante la fiducia dei più (anche la scorsa estate 17000 abbonati) non è mai venuta meno.

E' chiaro che prima di tutto viene l'uomo e la sensibilità, e su questo non si discute, eppure è proprio sui temi più irrazionali che il dialogo a distanza tra ADV e la città assume toni persino paradossali. Perchè quando lo stesso Andrea Della Valle tira in ballo cuore e passione nella gestione della Fiorentina richiama concetti che rientrano nelle principali critiche dei tifosi. Quasi che il dialogo avvenisse tra sordi senza che fosse possibile comprendersi pur dicendo le stesse cose e, soprattutto riavvicinarsi.

Diverso il discorso sul fronte stadio, anche perchè la vicenda appare persino più complessa dello stesso rapporto con la città. E se Diego Della Valle taglia corto con un laconico "non dipende da noi" anche Andrea di fatto prende tempo, ribadendo come ancora sia necessaria una proroga per le certezze sullo spostamento della Mercafir con tutte le conseguenze del caso. Più o meno un modo per sottolineare la soddisfazione per il passo in avanti sull'aeroporto ma anche un chiaro invito a non dare per chiuso un discorso ancora particolarmente aperto. 

Più in generale ADV, a più riprese, ha chiaramente fatto capire che il lato più emozionale lo spinge a tornare e ripartire nonostante la scarsa voglia di "porgere l'altra guancia". La situazione attuale, però, per il momento sembra destinata a proseguire viste le posizioni che restano lontane, quasi che la seduta psicanalitica nella quale ADV si è aperto fosse destinata comunque a proseguire fino a quando sarà impossibile resistere alla tentazione di tornare allo stadio.

Se mai dovesse accadere, prima o poi, sarà quello il giorno buono in cui ribadire la passione che ieri ADV ha manifestato chiaramente, fare luce in modo diverso su un futuro che non necessariamente deve passare da una cessione (ipotesi che lentamente sta rientrando) e soprattutto trovare finalmente un punto d'incontro con quegli aspetti cruciali che gli stessi tifosi lontani dal Franchi contestano (oltre ai contestatori andranno considerati anche coloro i quali allo stadio non vanno più).

Che sia possibile confrontarsi, con o senza una terza figura a mediare, è come minimo qualcosa di auspicabile se non propriamente necessario. Perchè una Fiorentina unita è certamente più forte, ma anche perchè pensare di poter andare avanti in questa situazione francamente non può riportare la gente a seguire le vicende dei viola.