.

INQUIETI

di Tommaso Loreto

Inquieti, ammutoliti, di certo impauriti. Tutti osserviamo le immagini, leggiamo le notizie, seguiamo gli sviluppi che da questa mattina raccontano di un'altra ondata di terrore in Belgio. E qualsiasi sussulto diventa un ulteriore passo verso un baratro difficile da spiegare, ma immediato da comprendere. Non sono queste le pagine adibite a snocciolare pensieri, parole e idee su una vicenda ben più grande, reale e vitale del semplice pallone. Sono (come tutte le altre in queste ore) pagine dove esprimere cordoglio e dolore per innocenti che non ci sono più. Ed è giusto farlo. 

Lo sta facendo chiaramente anche tutto il mondo del calcio, peraltro già a suo modo coinvolto nell'attacco del novembre scorso a Parigi. Là c'era di mezzo uno stadio, figuriamoci cosa sarebbe potuto capitare. In queste (nuove) ore di sconforto l'Europa è ancora una volta in ginocchio, colpita a due passi dai palazzi che ne ospitano le istituzioni. In ambito calcistico salterà quasi sicuramente la gara tra Belgio e Portogallo, ma non è detto che non si possa prendere in considerazione l'annullamento di molte altre amichevoli.

Poco fa, intervenuto a Radio 24, l'ex presidente della FIGC, Giancarlo Abete, non ha esluso che gli stessi Europei in programma a giugno in Francia possano essere disputati a porte chiuse ("Il rischio può esserci, parliamo di una competizione in cui l’evento deve avvenire - ha detto l'attuale Vice presidente della UEFA- Non ci sono partite rinviabili ad altra data"). Anche il pallone, tutto il suo universo, oggi, e tanto più di fronte a fatti terribili come quelli di questa mattina a Bruxelles, è inerme. E non può far altro, al pari di tutti noi, di sentirsi maledettamente inquieto.