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INSTABILITÀ

di Tommaso Loreto

A pensare a domenica prossima, quando la Fiorentina chiuderà la stagione al Franchi contro il Pescara, c'è di che incuriosirsi. E parecchio. Le parole di Diego Della Valle tracciano un ulteriore solco, o comunque delineano i contorni di un confronto che gioco forza dovrà prima o poi avvenire. Un confronto che possa soppesare aspetti positivi e negativi, posizioni passate e presenti, punti di vista forse mai come oggi tra loro lontani. 

Perchè in un modo o nell'altro DDV torna a parlare di Fiorentina alimentando la divisione tra un universo viola che sarà certamente separato al suo interno, ma che resta soprattutto in attesa di una gestione diversa rispetto agli ultimi due anni. Più unitaria, se possibile, perchè il calcio può anche unire, non solo dividere.

E che possa spingere la gente a dare libero sfogo a quella passione per la Fiorentina che clamorosamente, un paio di volte nel corso di quindici anni, ha subito una grossa flessione. Nell'ultima stagione e in quella precedente nemmeno le vittorie hanno disegnato troppi sorrisi sulle facce dei tifosi, così come certe aperture del club non sono del tutto bastate. Ma perchè? 

Oltre alla chiarezza, quel che dovrebbe restare al centro di qualsiasi riflessione volta alla ripartenza (qualunque essa sia) è la ricerca di un'unione che proprio a Firenze è più facile trovare. In una città che la sua squadra del cuore l'ha sempre amata visceralmente. E che oggi, invece, vive un rapporto come minimo "instabile" con la proprietà. D'altronde se la contestazione più dura può arrivare da una minoranza che si augura una cessione, il malumore è più che diffuso e lo certificano gli stessi numeri delle presenze allo stadio  

Quale strada intraprendere, oltre a quella strettamente legata ai fatti, lo deve capire soprattutto la Fiorentina. E poi spiegarlo possibilmente nel modo più chiaro possibile. Fosse solo perchè, prima con Prandelli e poi con Montella, ha già dimostrato di saperlo fare, e bene.