INTRIGO VIOLA PARK: LE DATE DEL RICORSO E GLI SCENARI
È tarda mattinata quando il sindaco Casini, deluso, si appresta a dare la notizia via radio: è stato presentato un ricorso last-minute dall'associazione Italia Nostra contro la realizzazione del Viola Park a Bagno a Ripoli. Un atto fuori dalla consuetudine, visto che arriva oltre i tempi connessi al TAR: si tratta infatti di un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Ma come e perché si è arrivati a questo punto, dopo che già era stata inaugurata la partenza dei lavori con tanto di caschetti e indumenti da lavoro più piantumazione dell'ulivo benedetto? Prendendo in causa tutti i punti di vista, proviamo a fare ordine, anche cronologicamente.
Presentato ufficialmente il 28 novembre 2019, il progetto del Centro Sportivo di Bagno a Ripoli era stato successivamente sottoposto al Comune interessato, che tramite l'amministrazione comunale ha proceduto piuttosto rapidamente - si parla pur sempre d'Italia - alla sua approvazione, considerando che nel mezzo è poi esplosa la pandemia e la paralisi che ne è seguita: quasi un anno dopo, il 26 ottobre 2020 ecco la votazione assembleare definitiva a proposito della variante urbanistica di Bagno a Ripoli, comprendente l'avvio dei lavori per il Viola Park. L'ultimo atto amministrativo per far cominciare i lavori, con ottimismo generale dato dal sì quasi unilaterale (un solo astenuto) e successiva cerimonia in grande stile sul luogo in cui sorgerà un centro sportivo colossale e moderno, tra i più all'avanguardia anche in chiave green. In data 5 febbraio 2021, indossati gli elmetti e con le zappe in mano, i protagonisti dell'opera l'avevano di fatto inaugurata.
Ma poiché l'Italia rimane immutabile negli anni, i ricorsi sono sempre dietro l'angolo. E a farsi sentire in questo caso è Italia Nostra, associazione ambientalista nata nel 1955, che sfrutta uno strumento legale desueto come quello di rivolgersi alla massima carica dello Stato, il Presidente della Repubblica. Una formulazione particolare di ricorso, che dà il doppio del tempo rispetto al più usuale TAR (sono 120 giorni contro 60), e considerando che l'approvazione della variante urbanistica di Bagno a Ripoli è entrata nel bollettino, quindi in essere, in data 11 novembre 2020, e che la decorrenza scatta a partire da trenta giorni (quindi all'11 dicembre), risulta che il ricorso, inoltrato nella scorsa settimana e notificato nella giornata di venerdì 5 marzo 2021, rientri appieno nei parametri temporali richiesti.
Come già ventilato dallo stesso Casini, il rischio che arrivi un momentaneo stop ai lavori in via cautelativa, attendendo un pronunciamento a riguardo, è concreto. Ma allo stesso tempo il primo cittadino di Bagno a Ripoli ci ha tenuto a far sapere che è al lavoro con il suo staff di legali per comprendere le possibilità di uno spostamento di sede di giudizio dal Presidente della Repubblica al TAR, eventualità che comporterebbe sicuramente tempistiche meno dilatate per avere una risposta. In attesa di avere ulteriori novità, e con nel mezzo ai due fuochi una Fiorentina naturalmente infastidita nelle sue massime cariche, i lavori procederanno ma inizia a serpeggiare il timore che l'ulivo piantonato all'inaugurazione rimanga lì da solo per un po' senza compagnia, soffocato da un vero e proprio intrigo in salsa italiana.