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IRRICONOSCENZA

di Lorenzo Di Benedetto

C'era una volta Norberto Murara Neto e il suo rifiuto di rinnovare il contratto con la Fiorentina. Sembra trascorso un secolo, perché da quel 3 gennaio, giorno nel quale la società viola ha annunciato che il brasiliano non avrebbe prolungato, la stagione è andata avanti e lo stesso Neto è stato impiegato praticamente sempre tra i titolari. Prima a causa dell'infortunio alla schiena di Tatarusanu e successivamente per scelta tecnica. Fino ad arrivare alla serata di ieri, alla partita del tracollo della Fiorentina, con l'estremo difensore che a fine gara ha zittito il pubblico.

Dopo la trasferta di Parma del 6 gennaio scorso, quando il popolo viola, ancora shockato dalla decisione presa dal portiere brasiliano, decise di sostenere a spada tratta Ciprian Tatarusanu e di non perdonare Neto. Dal momento in cui il numero 1 viola è tornato ad essere il titolare però, il pubblico del Franchi ha accettato e rispettato la sua decisione, nella speranza di un possibile ripensamento che però non è mai arrivato. Firenze gli ha perdonato tante incertezze, è passata oltre, per il bene della squadra e per non destabilizzare l'ambiente in vista della seconda parte della stagione, ma ieri sera al Franchi anche lui ha superato il limite, andando contro quella gente che ha chiuso un occhio molte volte quando si trovava di fronte a dover analizzare le prestazioni, e i comportamenti, dell'estremo difensore.

Neanche l'accordo trovato con la Juventus a quattro mesi dalla fine della stagione ha contribuito a far scattare qualcosa di negativo nelle menti dei tifosi gigliati, che hanno cercato di non pensare al fatto che Neto avesse scelto gli acerrimi rivali, accettando la panchina, pur di non restare a Firenze, nella città che lo ha accolto, accudito, coccolato e perdonato nei suoi momenti più difficili. La prima mancanza di riconoscenza da parte sua era già stata registrata a gennaio, quando scelse i bianconeri al posto della società che lo aveva sempre difeso e che aveva sempre continuato a credere in lui, ma nella gara di ieri, con quel dito indice davanti alla bocca per zittire i fischi del Franchi, Neto sembra aver passato il segno, per un'avventura che era ormai finita da tempo ma che ha visto l'epilogo definitivo nella serata più triste della stagione viola.