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ITALIANIZZAZIONE. PROGETTO IN STAND-BY?

di Giulio Incagli

Walace, Gilberto, Suarez, Calleri, Milnkovic-Savic e Chriches. Due brasiliani, uno spagnolo, un argentino, un serbo e un rumeno. Tranquilli non vi tedieremo con una noisa e triste barzelletta, ma sono questi i nomi più caldi per il mercato in entrata della Fiorentina. Dopo gli addii di Salah e Savic, i viola si sono gettati a capofitto sul mercato in entrata e con i mln incassati dalla cessione del montenegrino stanno provando a piazzare almeno un altro colpo a centrocampo e un marcatore che possa rimpiazzare Stefan Savic per la difesa. Tante le piste, tanti i nomi usciti negli ultimi giorni, da unire ovviamente a quelli ai quali i dirigenti viola stanno lavorando sotto traccia.

Eppur si muove (il mercato viola) verrebbe da dire. Dopo settimane di totale immobilismo, inizia finalmente ad entrare nel vivo il calciomercato in riva all’Arno e anche i tifosi stanno iniziando a dividersi sulle mosse e sulle operazioni in casa gigliata. A stupire, o quantomeno incuriosire, è il fatto che sia stato totalmente accantonato quel processo di italianizzazione proclamato nel finale della scorsa stagione e che, si vocifera nelle segrete stanze della sede di Viale Fanti, sia stata una delle variabili che hanno sancito il divorzio - voluto dalla società - con Eduardo Macia. Nessuna critica o processo, anzi tutt’altro visti i prezzi esosi del mercato italiano (vedi alla voce Damian-United o Baselli-Torino) e le difficoltà riscontrate nel puntare sui giovani del Bel Paese, ma una semplice considerazione emersa analizzando cronologicamente le dichiarazioni uscite da casa viola negli ultimi mesi.