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ITALIANO AL TEST DEL CORTO MUSO PER BATTERE IL TABÙ DELLE PRIME VOLTE

di Alessandro Di Nardo

Quello di domani sarà il primo incontro tra Massimiliano Allegri e Vincenzo Italiano: l’estremizzazione del dibattito calcistico tra risultatisti e giochisti pone i tecnici di Juventus e Fiorentina agli antipodi di un’ideale spettro in cui da una parte troviamo la teoria allegriana del “corto muso” e dall’altra il mantra del “difendere bene, attaccare benissimo” ripetuto da Italiano. La divisione, che prende origine dal falso mito secondo cui non si può giocare bene e vincere, lascia il tempo che trova se si pensa alle similitudini tra il giovane Allegri, che si affacciava in Serie A col Cagliari, e Vincenzo Italiano, due allenatori che, ad un decennio di distanza, sono stati additati come i migliori della nuova scuola italiana. Proprio come il Max di dieci anni fa, il tecnico della Fiorentina sta stupendo per come, prima con lo Spezia e adesso con la Fiorentina, stia cercando di portare una ventata nuova nel panorama del calcio nostrano. 

Tanti i colleghi e gli adetti ai lavori che hanno indicato in Italiano il miglior prospetto della nuova generazione di allenatori; complimenti ed investiture che alzano le aspettative sul tecnico siciliano che, per adesso negli scontri diretti non si è dimostrato al livello degli allenatori più blasonati. Fino ad oggi, con la Fiorentina, gli scontri con gli allenatori della “vecchia scuola” hanno sempre portato delusioni ad Italiano. Sconfitto da José Mourinho all’esordio sulla panchina dei viola, in una partita sfortunata ma ben giocata, lo stesso è successo sia con il Napoli di Luciano Spalletti che con la Lazio di Maurizio Sarri; tre partite giocate alla pari dalla Fiorentina, tre mostri sacri della panchina che comunque, partendo da una qualità di squadra più elevata rispetto a quella a disposizione di Italiano, sono usciti vittoriosi dal testa a testa. 

Come quella di domani, anche gli incroci con Mou, Lucianone e l’ex Napoli erano inedite sfide in panchina per Italiano, che dal confronto con questi maestri della panchina dovrà dimostrare di aver imparato qualcosa; per sfatare il tabù della prima volta ed essere all’altezza della Juventus di Allegri servirà tutto l’ingegno del tecnico viola, perché per accreditarsi tra i migliori prima o poi si devono battere i migliori.