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ITALIANO NON SI DISPIACCIA MA INSEGUA UN SOGNO

di Sonia Anichini

Sicuramente tutti noi abbiamo dato per certo il risultato della partita di ieri contro lo Spezia, prima di giocarla, e vorrei sapere chi aveva pronosticato anche solo il pareggio dopo quello che aveva fatto la Fiorentina nelle ultime settimane. Si veniva da cinque vittorie di fila in campionato e da nove se ci mettiamo anche le coppe quindi mi pare più che logico che si attendesse tutti il traguardo prestigioso delle dieci vittorie consecutive, ma io sono dell’idea che tale eccelso e bramato filotto sarebbe rimasto solo nelle statistiche, poteva fare curriculum al tecnico e ai calciatori, ma non lo potevamo classificare come un titolo vinto.

Capisco perfettamente lo scoramento di Italiano, la sua delusione palesata nel dopo partita, perché ci teneva ad entrare nella storia della Fiorentina per questo record, ma ritengo che abbia ancora tempo a disposizione per scrivere pagine viola importanti arrivando a vincere una coppa, cosa fattibile in questa annata che era partita molto male ma che sta portando la nostra squadra del cuore verso mete inimmaginabili fino a qualche tempo fa. Credo che questo debba essere il sogno che Italiano, i suoi ragazzi e tutti i sostenitori viola vorrebbero vedere realizzato e per il quale c’è da lottare.

Quanto visto ieri contro lo Spezia fa emergere qualche segnale di stanchezza, e ci può pure stare, perché alcuni uomini che di recente sono saliti alla ribalta, vedi Terracciano, Castrovilli e anche Cabral, sabato hanno avuto qualche frenata. Il portierone e Igor, suo complice nel pareggio degli spezzini, hanno fatto a non capirsi e Nzola li ha beffati entrambi andando ad insaccare. È parso a volte che ci fosse difficoltà di comunicazione fra il numero uno e i difensori, mi ricordo Quarta, e spero che sia stata solo una giornataccia visto che abbiamo solo Pietro da mettere tra i pali. Bravo però nel proseguo della gara a rimanere immobile davanti ad uno scellerato Shomurodov che poteva castigarci di brutto.

Ha fatto un passo indietro pure Castrovilli, che mi era piaciuto molto a Milano contro l’Inter, così come sono rimaste a secco le punte: Cabral, che ci aveva abituato male ultimamente, e il subentrato Jovic, che resta il solito di sempre, ed entrambi hanno fallito un facile gol davanti alla porta. Gli esterni mi sono parsi non proprio al meglio e per niente determinanti e di aiuto in fase di attacco se si esclude Brekalo che ha giocato l’ultima mezz’ora ed ha preso un palo. Credo che prima o poi dovremo fare uno studio su Gonzalez per capire qual è la verità sul suo conto perché per adesso, per me, rimane un’incognita bella e buona.

Fra i migliori metto Dodò che continua a piacermi soprattutto per l’atteggiamento, la grinta e la caparbietà e quel suo modo di dare impulso al tifo sbracciandosi verso gli spalti. Sembra proprio che si sia appassionato al colore viola e noi, di contro, a lui e alla sua testolina biondo platino. Va menzionato senza dubbio capitan Biraghi autore della discesa dalla quale è arrivato il vantaggio e per la discesa che ha fatto verso la Fiesole, aveva segnato dal lato opposto, per fare la sua esultanza di rito.

In conclusione posso dire che, avendo giocato contro una squadra di fabbri (senza offesa per la categoria e per gli avversari) che hanno picchiato a destra e a manca, frammentando il nostro gioco, non è stato possibile fare di più e c’era la sensazione che si potesse giocare altre due ore senza però venirne a capo. Dispiace aver perso due punti, il Bologna intanto ci ha superato in classifica, ma se dovevamo interrompere la striscia delle vittorie, meglio aver toppato ieri che non giovedì quando affronteremo il Poznan. Da lì si che può partire la possibilità, se non di scrivere la storia, di proseguire un cammino che potrebbe farci sognare e portarci lontano, che so…fino a Praga?

La Signora in viola