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JC11

di Tommaso Loreto

Adesso, davvero, non gli resta che mettersi i guanti e andare in porta. A Cluji Cuadrado è partito da interno destro di centrocampo. Una scelta fino a oggi inedita dopo che l'avevamo visto scorrazzare ovunque sulla destra (sia come esterno che come terzino) e talvolta pure in versione offensiva sulla sinistra. Con la Fiorentina che ogni tanto si distraeva troppo, anche in Romania, Montella l'ha invertito con Mati Fernandez, e anche nella zona mancina del campo Cuadrado restava tra i più pericolosi. Per inciso, nei minuti finali, ha fatto il terzino destro al posto di Roncaglia.

Quanto descritto sopra dovrà essere aggiunto agli scatti, alle giocate, ai dribbling che hanno poi consentito al colombiano di piegare minuto dopo minuto la difesa del Pandurii chiusa a riccio. E se le occasioni non lo hanno favorito troppo nei tiri in porta, nel giro di cinque minuti Cuadrado ha cominciato a sfornare assist come se gli avversari non potessero mai fermarlo. Ed è questo il valore in costante crescita del colombiano: il fatto che nessun avversario in campo dia la sensazione di poterlo fermare se decide di sgommare via. In una parola: imprendibile.

Sempre più decisivo, sempre più determinante. Quasi confermando paragoni che ormai si sprecano e che si spingono fino all'Olimpo del calcio attuale. D'altronde il riferimento a Cristiano Ronaldo è già stato speso. In Romania, oltre a quanto Borja Valero possa incidere, la sensazione al fischio finale era quasi che, alla fine, Cuadrado fosse comunque riuscito a battere il Pandurii. Certamente non da solo, ma pur sempre determinando con due assist e un'altra partita da fenomeno. Montella, sui novanta minuti visti a Cluji, avrà modo di riflettere e di lavorare per correggere cosa non ha funzionato. Ma al tempo stesso, con un giocatore così, ha di che sorridere pensando al futuro. Nel frattempo cominciate a chiamarlo JC11.