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KALINIC, SOUSA E UNA REAZIONE DA VALUTARE

di Luciana Magistrato

Tanto tuonò che piovve. La Fiorentina smentisce qualsiasi contatto col Tianjiin per Kalinic ma le voci che arrivano dalla Cina parlano di un nuovo rilancio che potrebbe dare l'input all'operazione. L'entourage del giocatore aveva fatto filtrare che dieci milioni non erano sufficienti a convincere il croato e puntuale sembrerebbe arrivato il rilancio a 12 appunto. E chissà che ora il Tianjin non ottenga il sì il croato.

Ed è interessante immaginare domani, in sala stampa, come possa reagire Sousa alla domanda sull'eventuale addio di Kalinic, suo pupillo e quasi figlio, voluto fortemente dal portoghese. Le ipotesi sono tre e la più accreditata è che di mercato o di operazioni non fatte non parli. La seconda ipotesi è che appoggi la scelta della società a cedere di fronte ad una grande cifra, come accaduto con Alonso. La terza, meno probabile, è che "si impunti" e ponga la permanenza di Kalinic come condizione sine qua non o che, nel caso diventi ufficiale, se ne vada. Difficile vada così con le strade già decise per giugno (anche se ufficialmente tecnico e dg devono ancora affrontare l'argomento, rinviato ad aprile) ma Sousa sa sempre stupire.

Certo è che il portoghese ora ha un compito difficile per domenica: valutare se queste voci di mercato disturbano o meno Kalinic, al punto da rinunciare al giocatore. Oggi il croato è sembrato tranquillo ma chi lo conosce sa che sta riflettendo su questa opportunità. Il pubblico sull'argomneto si mostra comunque indifferente e alla seduta a porte aperte non si è sentito neanche un coro per il croato, tantomeno un invito a restare. Il problema ormai per i tifosi viola è non sapere se Kalinic andrà via ma chi eventualmente lo sostituirà. Inizia un ciclo importante e di sicuro Sousa vorrebbe affrontarlo nel migliore dei modi e in tutta serenità, ma il mercato è un concorrente in più che tutti gli allenatori a gennaio devono affrontare.